Da Udine a Tarvisio: l’odissea treno-bus per sciare

Sveglia alle 5.50, ritorno in città alle 16.59. Il vero problema è raggiungere le piste

TARVISIO. Una giornata alternativa, dimenticandosi per qualche ora dell’auto e godendosi un’esperienza diversa sulle piste da sci. Come? Raggiungendo la montagna in treno.

Basta con lo stress per la ricerca affannosa del parcheggio, basta preoccupazioni sulle condizioni della strada, dovendo magari gestire una nevicata imprevista o l’insidia del ghiaccio, e con il vantaggio di poter ritornare a casa senza dover guidare stanchi dopo una giornata sulle piste. Ma una giornata con gli sci in spalla, utilizzando la strada ferrata, si può ancora fare?

Tarvisio, come apparso recentemente su alcuni servizi giornalistici, rientra tra la decina di mete italiane raggiungibili comodamente senza dover ricorrere all’auto. «Un nodo ferroviario internazionale», dicono, «al confine con Austria e Slovenia» ma anche un centro invernale di eccellenza, visto che una volta arrivati alla stazione ferroviaria, «in pochi minuti si è alla partenza degli impianti per il Lussari o per il monte Florianca». Lo abbiamo provato.

Il risveglio udinese

La sveglia suona presto, alle 5.50. Giusto il tempo per chiudere lo zaino con le ultime cose, caricare in auto l’attrezzatura e siamo per strada. Direzione: stazione ferroviaria di Udine. Sono circa le 6.40, è ancora buio. Il traffico comincia a brulicare e la città si sta piano piano svegliando. L’auto la si può posteggiare al parcheggio accanto alla stazione, è comodo, non lontano, il costo per l’intera giornata di sosta è onesto. Zainetto sulla schiena, sci sulle spalle, borsone degli scarponi in mano, pronti per andare a prendere i biglietti del treno. La stazione è già un viavai di gente, ma la fila agli sportelli delle casse scorre veloce.

Acquistiamo l’andata e il ritorno e, mentre ci concediamo qualche minuto per la colazione, lo sguardo – ancora un po’ assonnato – cade qua e là. Un senzatetto dorme rannicchiato sul suolo, la fermata del bus comincia a popolarsi, gli udinesi cominciano ad andare al lavoro. Saliamo in treno – l’unico possibile peraltro, visto che quello successivo è alle 13.35 – che lascia la stazione Fs cittadina alle 7.07. E meno male che questo treno esiste: c’è infatti oggi il servizio Micotra, gestito dalla Ferrovie Udine Cividale, con risorse della Regione, che collega Udine alla carinziana Villaco, passando, appunto, per Tarvisio.

Il treno è accogliente, c’è spazio per caricare tutta l’attrezzatura, il personale è gentile, ci sono una trentina di persone e regna il totale silenzio, tra chi affonda il naso in un libro e chi approfitta per schiacciare ancora un pisolino prima di scendere.

A Tarvisio

Arrivati: ore 8.21 stazione di Tarvisio Boscoverde. Una vera e propria cattedrale nel deserto. L’ascensore funziona, ma la biglietteria ha le serrande abbassate da un bel po’ di anni. Per chi non lo sapesse, a Tarvisio le piste da sci corrono praticamente al lato della strada ma Boscoverde è sicuramente nel punto più lontano rispetto agli impianti di risalita. Non ci resta che prendere il taxi (all’ingresso sono indicati due recapiti telefonici) oppure un bus. Ma i biglietti? Bella domanda.

tarvisio
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Il bar della stazione non esiste e al piano terra c’è solo la biglietteria automatica. Siamo fortunati: eroga anche i ticket dei bus. Alle 8.33 ce n’è uno che collega Boscoverde a via Roma. Che non vi venga in mente di chiedere informazioni al personale, piuttosto scortese e poco ben disposto a fornire indicazioni, e non serve neppure tentare di convalidare il biglietto, tanto l’obliteratrice è omologata per il formato di biglietti del bus, non del treno.

Da via Roma le soluzioni sono due: andare a piedi ai campi Duca d’Aosta (circa 600 metri, 10 minuti a piedi) oppure aspettare una ventina di minuti l’altra corsa che scende a Camporosso, passa alle 9 e dopo quattro minuti fa tappa in via Valcanale.

Da qui non ci sono sentieri e tocca portarsi dietro l’attrezzatura per 500 metri fino ad arrivare all’ufficio skipass del monte Lussari. Avevamo già chiesto quali fossero le fermate più vicine alle piste, ci era stato risposto che nell’eventualità ci saremmo trovati con gli sci a bordo, sarebbe stato più facile rispondere, suggerendoci, acutamente, di domandarlo direttamente all’autista, mentre a Udine, alla stazione delle autocorriere, alla richiesta di un paio di informazioni, ci è stato replicato che a «Tarvisio non ci sono bus».

Finalmente sugli sci

Arrivati sulle piste – sono ormai le 9.30 – scopriamo che non c’è alcun deposito in cui lasciare la sacca di sci e scarponi: pazienza. Ce le porteremo sul Lussari sperando nella cortesia di qualche ristorante o, alla peggio, le infileremo nello zainetto. Mentre la cabinovia sale in cima al monte, assieme alla fitta coltre di nebbia ci si lascia alle spalle anche le “fatiche” del viaggio: il sole splende, il panorama è spettacolare e tutti i servizi funzionano alla perfezione.

Tra una discesa e una risalita, giusto una pausa per una bibita, la giornata scorre veloce ma resta il tempo per godersi un bel pranzo all’aria aperta, coccolandosi tra il sole e il colpo d’occhio delle Alpi innevate. Il personale, lassù, è molto cordiale e disponibile. Si scende intorno alle 14.30, con calma, perché alle 15.24 ai piedi della cabinovia c’è il bus che ci riporta direttamente alla stazione Boscoverde. Arriva alle 15.37 e il regionale per Udine parte alle 15.45, con arrivo in città alle 16.59.

Si ritorna a casa

Mentre il treno sfreccia verso casa e lo sguardo saluta le cime delle Giulie, rimane il tempo per il ripasso della giornata. E qualche nostalgia. C’erano “tempi antichi”, prima delle “giornate 2.0”, in cui il treno rappresentava indubbiamente il mezzo più comodo.

Quel Treno bianco che tanto andava di moda negli anni ’50 e ’60 tra gli sciatori friulani della domenica, che partiva da Trieste e raggiungeva Udine e Tarvisio, che raccoglieva verso la rotta della neve della Valcanale appassionati di ogni età all’insegna di scarponi con le stringhe, berretti con il pon-pon e pranzo al sacco. Andare a sciare in treno oggi? Meno male che c’è l’auto.

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