Da Saragat a Leone e Pertini Addio al corazziere Del Zotto

Aveva 63 anni, è stato trovato privo di sensi nella sua casa di via Peschiera Il fratello: intelligente e riservato, sempre in ruoli operativi. Venerdì i funerali
Di Anna Rosso
Udine 12 Gennaio 2016. cc morto © Petrussi Foto Press
Udine 12 Gennaio 2016. cc morto © Petrussi Foto Press

Aveva prestato a lungo servizio a Roma, nel prestigioso Corpo dei Corazzieri, il carabiniere udinese Adriano Del Zotto che nel pomeriggio di lunedì è stato trovato senza vita nella sua casa di via Peschiera. Nato a Udine nel 1952, aveva frequentato per un po’ il Malignani e poi, «per non pesare sulla famiglia», – come ha ricordato il fratello Renato – era entrato nell’Arma dei carabinieri. «Per lui si trattò di una vocazione, perchè era una persona intelligente, precisa, ordinata e molto riservata. E anche grazie alla sua altezza (un metro e novantacinque centimetri) riuscì a entrare nei Corazzieri nel 1972».

È stato proprio il fratello, che non lo vedeva da un po’, a preoccuparsi per primo e a far scattare la macchina dei soccorsi. Le ricerche, oltre che in città, sono state fatte anche a Siacco di Povoletto, dove l’uomo aveva una seconda casa e un grande orto. Ma nemmeno lì qualcuno ha risposto al citofono. Si è reso dunque necessario l’intervento dei vigili del fuoco per aprire la porta della dimora udinese. I soccorritori hanno trovato Del Zotto in camera da letto privo di sensi e hanno subito chiamato un’ambulanza. Ma purtroppo il personale sanitario non ha potuto far nulla per salvare Del Zotto che – come ha rilevato il medico legale intervenuto successivamente – era spirato già da qualche ora. In via Peschiera, per gli accertamenti di prassi, c’era una pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Udine. I militari hanno informato dell'’accaduto la Procura della Repubblica.

Il maresciallo Adriano Del Zotto, che aveva compiuto 63 anni lo scorso 11 novembre, oltre che nella Capitale, al Quirinale, aveva prestato servizio pure nel Tredicesimo Reggimento carabinieri di Gorizia, ma anche a Palermo in occasione di un maxi-processo di mafia e anche sull’Aspromonte, in Calabria, impiegato nella lotta alla ’ndràngheta. E negli anni Novanta aveva preso parte a missioni in Kosovo. Insomma, «era un operativo» sottolinea ancora il fratello.

Del Zotto era in pensione da tempo e amava fare sport e dedicarsi al suo orto. «Ho uno splendido ricordo di lui, eravamo molto legati – riferisce ancora Renato – e oggi ho ricevuto tante telefonate di persone che lo stimavano e gli volevano bene. Aveva un bel sorriso, era alto, moro e con i baffi. Piaceva alle donne, ma non era sposato, forse per via del suo carattere un po’ schivo. Quando parlava del suo lavoro – accanto a Giuseppe Saragat, Giovanni Leone e Sandro Pertini – io rimanevo sempre impressionato, soprattutto quando descriveva i personaggi che venivano ricevuti dal Capo dello Stato». La notizia della scomparsa del maresciallo Del Zotto ieri si è diffusa velocemente anche in rete e in tanti hanno voluto dedicargli un pensiero o un semplice saluto. I funerali saranno celebrati venerdì nella chiesa del cimitero di San Vito, ma l’ora non è ancora stata definita.

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