Da San Giorgio al Kenya per aiutare gli orfani

SAN GIORGIO DI NOGARO. «Se tu vens ca su ta cretis, la che lor mi an soterat a lè un splaz plen di steutis: dal gno sanc l’è stat bagnat».
Con queste note struggenti della villotta friulana “Stelutis Alpinis”, in un assolato e caldissimo pomeriggio nell’Orfanotrofio “God Our Father Childrens Nursey Home” di Timboni Watamu nel Kenya, Dino Fabris e la figlia Tiziana, sono stati accolti dagli orfanelli e dal personale della direzione al quale portavano aiuti.
Da cinque anni Dino e Tiziana, titolare dello storico negozio dei Fabris di San Giorgio che gestisce con la figlia, chiudono l’attività e trascorrono le ferie nei poverissimi orfanotrofi sparsi nei villaggi kenyoti, dove, grazie agli aiuti economici degli alpini di San Giorgio, dal laboratorio Stelutis Creativis, dai clienti e dagli amici, cerca di aiutare questi bambini ad avere una vita migliore. Dino, dopo aver visitato tutti i posti più belli al mondo, cinque anni fa decide di andare nei Paesi poveri e qui trova una realtà che lo sconvolge.
«Vedere tanta miseria e questi bambini che non hanno i banchi per scrivere, non hanno quaderni, libri, matite, non hanno medicine e spesso neppure da mangiare – afferma –, mi ha profondamente toccato e ho deciso di fare qualcosa. Ho chiesto aiuto agli alpini, ai clienti e agli amici e ogni hanno con il gruzzoletto raccolto vado laggiù a comprare quello che serve. Tutto il materiale viene acquistato e fatto costruire direttamente in loco e consegnato nelle loro mani».

Queste donazioni fanno parte del progetto autorizzato dalla responsabile dell’orfanotrofio signora Sussan.
«Quest’anno – racconta – abbiamo acquistato cinque tavoli, cinquanta divise complete per gli orfanelli e trentacinque sedie. Sono stati consegnati alimenti, la tanto preziosa farina (ugali), fagioli, riso, prodotti necessari per l’alimentazione quotidiana, detersivi, articoli igienico sanitari acquistati in loco e diversi medicamenti, vitamine, integratori e altro materiale offerto da una farmacia di San Giorgio. Tutto quanto è documentabile e fotografato».
«Grande festa ci è stata riservata – continua Dino – il pomeriggio del 15 settembre, quando abbiamo consegnato tutto ai responsabili, i piccoli ospiti dell’orfanotrofio: dopo aver distribuito loro tante bandierine tricolori hanno alzato tutte le sedie azzurre al cielo cantando la loro canzone Jambo Bwana in Swahili (Ciao Signore), l’hanno ripetuta più volte assieme a grazie alpini, grazie Dino, grazie Tiziana, grazie amici, viva l’Italia. Tanta la commozione che abbiamo provato, intanto lacrime scendevano sulle nostre guance, ascoltando le loro voci innocenti che continuavano a ripetere asante sana (mille grazie).
La nostra missione in terra kenyota, non si è fermata qua, ma nei giorni successivi abbiamo distribuito altri alimenti nei villaggi adiacenti, nella sperduta savana dove non esiste nulla, ripagati sempre da un sorriso dagli sguardi pieni di gratitudine e da occhi meravigliosi. Per il prossimo anno – promette ancora Dino – doteremo di nuovi banchi la Rita school nursery».
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