Da Pozzo: Udine capitale dell’innovazione

UDINE. Udine come “città del futuro”, capitale del confronto sulle nuove tendenze culturali, urbanistiche, scientifiche ed economiche. L’obiettivo è ambizioso, ma la prima edizione del Future Forum “Essere nuovi-Be new”, ha messo in evidenza come il tessuto sociale del capoluogo friulano abbia tutte le carte in regola per riuscirci. Ne è convinto anche Giovanni Da Pozzo presidente della Camera di Commercio di Udine, promotore del Future Forum, chiamato a tracciare un bilancio della manifestazione conclusasi venerdì.
Presidente Da Pozzo, com’è andata questa prima edizione del Future Forum?
«Diciamo che il risultato è molto positivo e la soddisfazione è grande. Abbiamo proposto alla città e a tutto il Friuli un percorso di approfondimento che al di là di questo ultimo mese e mezzo di incontri e dibattiti, ha preso il via già a maggio con una serie di confronti e di workshop con imprese, associazioni di categoria, istituzioni».
Ci può dare qualche numero dell’evento?
«Ci sono state quasi 50 giornate di appuntamenti, con 62 incontri che hanno coinvolto 140 relatori, 28 dei quali stranieri (arrivati da Usa, India, Francia, Inghilterra, Danimarca)».
Come Camera di commercio puntate molto sul concetto di rete. Per il Future Forum siete stati voi a fare rete con le realtà del territorio friulano e non solo. Condivide questa analisi?
«L’aspetto più interessante del Future Forum è stata proprio la sua dimensione partecipata. Oltre a partner di grande rilevanza internazionale come l’Ocse, l’Institute for the future di Palo Alto e l’Institute for futures studies di Copenaghen, accanto alla Cciaa ci sono stati il Comune e l’Università di Udine, le associazioni di categoria, le associazioni culturali, i distretti industriali, i poli tecnologici e gli istituti superiori. Essere riusciti a creare una simile partecipazione su argomenti molto complessi (il futuro della conoscenza, dell’impresa, delle città, della scienza), consentendo a tutti di portare il proprio contributo, è motivo di grande soddisfazione».
Quindi il Future Forum tornerà anche nel 2014?
«Ci metteremo subito al lavoro. Ripartiamo da quello che ha detto Brinda Dalal durante l’ultimo incontro di quest’anno, assicurando di voler portare il format del Future Forum a San Francisco. Ciò significa che abbiamo intrapreso la strada giusta. Il nostro non vuole essere un festival, ma la tappa di un percorso per fare di Udine la città dell’innovazione e del futuro. Per riuscirci vogliamo che al nostro fianco ci sia anche la Regione, oltre a tutti i partner che ci sono stati accanto per quest’edizione».
Manca però la Provincia di Udine, che nei giorni scorsi ha avuto da ridire sul Future Forum. Un caso?
«Non abbiamo preclusioni verso nessuno. Siamo aperti a partnership con chiunque, a condizione che creda fermamente in questo progetto».
Quant’è costato il Future Forum?
«Tireremo le somme tra qualche giorno. Comunque abbiamo fatto tutto da soli, senza contributi esterni, tenendo un profilo di sobrietà, senza fronzoli, ma comunque efficace».
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