Cussignacco in lutto per Zilli gestì per anni la trattoria Alle Alpi

Alberto Zilli, ex titolare della trattoria Alle Alpi di Cussignacco, è mancato all’età di 78 anni. Se n’è andato nel massimo riserbo martedì 6 ottobre. Il funerale è stato celebrato in forma strettamente privata nel venerdì, prima della sepoltura nella tomba di famiglia a Villanova di San Daniele.
Molto conosciuto in città e punto di riferimento per gli amanti della cucina friulana, della carne alla brace e della fagiolata (anche in barattolo, da asporto) dopo 22 anni di attività a Udine – dal 1996 al 2018 nell’osteria ottocentesca di via Veneto – e altri due locali alle spalle (Al Fogolar, a Magredis di Povoletto e un altro a Cave del Predil), Zilli aveva improvvisamente deciso di lasciare; un po’ a causa della crisi e un po’ per l’avanzare dell’età.
Da giovane aveva percorso le orme del padre nel settore dell’abbigliamento lavorando in tre negozi (uno a Udine, il Boutique 46, e due a Lignano) e un laboratorio di corsetteria specializzato in camicie da donna. Con lui la vita però fu molto aspra: perse a causa di incidenti stradali due dei tre figli, Daniele e Federico (rispettivamente nel 1987 e 2007). Ora il suo nome e il suo ricordo riecheggiano tra le vie di Cussignacco.
«Burbero era burbero, qualche avventore se ne aveva a male, ma sapeva essere anche delicato, colto, appassionato d’arte pittorica. Aveva ospitato un circolo di artisti: Bertolini, Zaffi, Vidussi ed esponeva le tele di Cendamo, il “Francis Bacon” friulano», confida il ragionier Galliano Moreale, suo contabile. «Non smise mai di scommettere sulle proprie capacità fino alla sfida del Forchettone, il locale che allestì all’interno della corte dove sorgeva la storica trattoria: nell’uno carne nell’altro pesce. Alle Alpi ebbe anni di attività intensa, divenne un’attrazione per i forestieri, un punto fermo di ritrovo per i locali. La seconda sfida la perse, aveva doppi costi per metà incassi».
All’inaspettata notizia della scomparsa lo ricordano affettuosamente anche i suoi collaboratori Milan (il cuoco che lavorò con lui per oltre vent’anni: «Lo chiamavano il re della griglia ed era vero, aveva cura per il cibo e uno stile unico e un po’ folle, come era lui») ed Elena: «Lavorandoci fianco a fianco ho superato la perdita di mio marito, Alberto è stato la mia salvezza e la mia rinascita». «L’ho conosciuto da cliente visto che ero un suo fornitore ma col tempo è maturato un rapporto profondo, da padre e figlio – ricorda Paolo Nolgi –. I suoi momenti preferiti? Al tavolo centrale della trattoria in compagnia degli amici con un buon taglio di vino, risate e una partita a briscola». —
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