Cure intermedie: 80 posti all’ospedale di Gemona

GEMONA. Un’ottantina di posti letto suddivisi in maniera flessibile per garantire le cure intermedie di cui il paziente può usufruire a metà strada fra l’ospedale e la propria residenza. Il decreto che riguarda l’ospedale di Gemona, a firma del direttore generale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 3 dell’Alto Friuli-Collinare– Medio Friuli Pier Paolo Benetollo è di pochi giorni fa. Orientativamente, i posti letto saranno articolati in questo modo: 25 per le degenze internistiche, 30 per la riabilitazione e 25 per l’Rsa, ma la gestione sarà flessibile. «Nel Presidio ospedaliero di Gemona – si legge nel progetto di istituzione – viene istituita una struttura per degenze intermedia polifunzionale sperimentando nell’arco del prossimo biennio un modello innovativo, fortemente orientato a ripristinare le condizioni migliori possibili per una stabile permanenza a domicilio del paziente fragile, lavorando sin dalle prime ore del giorno di accoglienza sul piano clinico, riabilitativo, sociale e orientando il lavoro di tutti i professionisti a favorire l’empowerment della famiglia».
Tradotto in parole semplici significa che il paziente, superata la fase acuta, verrà accolto nella struttura di Gemona, dove i familiari che dovranno prendersene cura verranno coinvolti e preparati ad assumersi carico dell’assistenza del paziente a casa.
«L’esperienza – sintetizza Benetollo – ci dimostra ampiamente che per questo tipo di pazienti ogni giorno trascorso in ospedale riduce drasticamente le possibilità di ritorno a una vita almeno parzialmente o minimamente autonoma, agendo negativamente sul paziente e sulla famiglia».
Nella struttura intermedia polifunzionale, oltre alle nuove degenze internistiche, confluiscono funzioni in passato distinte e non del tutto sviluppate per i bisogni della popolazione, quali la Residenza sanitaria assistenziale e le degenze riabilitative.
«La nuova struttura – precisa il direttore – svolgerà un ruolo di cerniera tra le degenze dell’ospedale per acuti e i servizi a domicilio dei cittadini, configurandosi come luogo di pianificazione e programmazione a medio e lungo termine per la presa in carico e la cura della persone da parte dei servizi territoriali. Si punterà al potenziamento della famiglia allo scopo di facilitare e sostenere attivamente la permanenza nel naturale luogo di vita anche di pazienti affetti da patologie croniche. Infine – conclude Benetollo – si consolideranno i collegamenti fra i servizi sanitari e sociali e le attività specialistiche per rendere attuabile il rientro in domicilio».
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