Cure intermedie: 80 posti all’ospedale di Gemona

Nel presidio sono state previste degenze internistiche, Rsa e riabilitazione Il direttore Benetollo: aiuteremo le famiglie a prendere in carico i pazienti a casa
Di Alessandra Ceschia
Gemona 25 Agosto 2011. Ospedale di Gemona. Telefoto copyright PFP
Gemona 25 Agosto 2011. Ospedale di Gemona. Telefoto copyright PFP

GEMONA. Un’ottantina di posti letto suddivisi in maniera flessibile per garantire le cure intermedie di cui il paziente può usufruire a metà strada fra l’ospedale e la propria residenza. Il decreto che riguarda l’ospedale di Gemona, a firma del direttore generale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 3 dell’Alto Friuli-Collinare– Medio Friuli Pier Paolo Benetollo è di pochi giorni fa. Orientativamente, i posti letto saranno articolati in questo modo: 25 per le degenze internistiche, 30 per la riabilitazione e 25 per l’Rsa, ma la gestione sarà flessibile. «Nel Presidio ospedaliero di Gemona – si legge nel progetto di istituzione – viene istituita una struttura per degenze intermedia polifunzionale sperimentando nell’arco del prossimo biennio un modello innovativo, fortemente orientato a ripristinare le condizioni migliori possibili per una stabile permanenza a domicilio del paziente fragile, lavorando sin dalle prime ore del giorno di accoglienza sul piano clinico, riabilitativo, sociale e orientando il lavoro di tutti i professionisti a favorire l’empowerment della famiglia».

Tradotto in parole semplici significa che il paziente, superata la fase acuta, verrà accolto nella struttura di Gemona, dove i familiari che dovranno prendersene cura verranno coinvolti e preparati ad assumersi carico dell’assistenza del paziente a casa.

«L’esperienza – sintetizza Benetollo – ci dimostra ampiamente che per questo tipo di pazienti ogni giorno trascorso in ospedale riduce drasticamente le possibilità di ritorno a una vita almeno parzialmente o minimamente autonoma, agendo negativamente sul paziente e sulla famiglia».

Nella struttura intermedia polifunzionale, oltre alle nuove degenze internistiche, confluiscono funzioni in passato distinte e non del tutto sviluppate per i bisogni della popolazione, quali la Residenza sanitaria assistenziale e le degenze riabilitative.

«La nuova struttura – precisa il direttore – svolgerà un ruolo di cerniera tra le degenze dell’ospedale per acuti e i servizi a domicilio dei cittadini, configurandosi come luogo di pianificazione e programmazione a medio e lungo termine per la presa in carico e la cura della persone da parte dei servizi territoriali. Si punterà al potenziamento della famiglia allo scopo di facilitare e sostenere attivamente la permanenza nel naturale luogo di vita anche di pazienti affetti da patologie croniche. Infine – conclude Benetollo – si consolideranno i collegamenti fra i servizi sanitari e sociali e le attività specialistiche per rendere attuabile il rientro in domicilio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto