Cure gratis ai clandestini, la Lega insorge

L’accusa: «Si fingono poveri e si scambiano le tessere Andremo all’Azienda sanitaria e lo faremo anche noi»
«Ci presenteremo agli sportelli dell’Azienda sanitaria, dichiareremo di essere clandestini, in modo da avere le prestazioni sanitarie gratis e subito». La nuova campagna della Lega nord riguarda il tesserino che consente agli immigrati irregolari, anche in provincia, di poter avere accesso alle cure urgenti ed essenziali. Secondo il Carroccio, le norme statali in realtà consentono di poter avere accesso a tutti i servizi, creando un discrimine nei confronti degli italiani e degli extracomunitari con permesso di soggiorno. Lo scorso anno sono stati 645 i contatti registrati dall’Ass 6. La legge. Prevede che agli immigrati clandestini che hanno necessità di cure venga rilasciato il tesserino per gli “stranieri temporaneamente presenti”. Possono in questo modo godere di cure urgenti ed essenziali per malattia e infortunio, visite mediche di carattere generale, prestazioni relative alla gravidanza, vaccinazioni, profilassi delle malattie infettive e servizi legati alla tossicodipendenza, alla salute mentale e alla tutela del minore. Le prestazioni sono gratuite in quanto con autocertificazione l’immigrato irregolare, che dichiara la propria identità anche senza un documento, attesta di essere indigente. La protesta. La Lega nord, che ieri ha promosso una conferenza stampa alla presenza del segretario provinciale, Enzo Bortolotti, e di Edouard Ballaman e Danilo Narduzzi, contesta l’estensione delle prestazioni. «Non c’è dubbio che l’assistenza va data al pronto soccorso per situazioni urgenti – sostiene quest’ultimo – ma una circolare ministeriale allarga la casistica alle prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita. Praticamente tutto, con il paradosso che gli italiani e gli immigrati regolari devono mettersi in coda e pagare il ticket se non le prestazioni per intero e i clandestini nulla, anzi hanno una via preferenziale. In più hanno il diritto all’anominato, adducendo le norme sulla privacy, col paradosso che un settore pubblico, quale quello sanitario, “copre” i clandestini che altrimenti andrebbero denunciati, senza contare gli abusi ovvero le tessere che si passano l’uno con l’altro, tanto il controllo è difficile. Se è ben vero che questa norma è contenuta nella legge Bossi-Fini, è altrettanto opportuno dire che è stata confermata per le insistenze di alcuni alleati. Per questo motivo – conclude – abbiamo intenzione di organizzare una manifestazione che consisterà nel recarci agli sportelli dell’Azienda sanitaria, dichiararci clandestini, in questo modo fruendo di tutte le prestazioni sanitarie gratis». I numeri. L’Azienda sanitaria ha un proprio servizio dedicato agli immigrati. Uno sportello al quale, nel 2006, si sono registrati mille 353 contatti, che hanno riguardato sia immigrati regolari che clandestini. Solo per quanto riguarda gli irregolari, gli accessi sono stati di 475 adulti e 170 minori, mentre nel periodo tra ottobre e dicembre 116 donne senza permesso di soggiorno hanno partecipato al progetto Spazio aperto, finalizzato alla maternità responsabile e alla prevenzione degli aborti. Dal punto di vista delle prestazioni dirette, sempre nel corso dello scorso anno, a extracomunitari clandestini sono state fornite 225 ricette (su 2 milioni 390 mila 20 “staccate” nel corso dell’intero anno nel territorio dell’Ass 6), pari a 887 confezioni di medicinali erogate (il costo è stato di 5 mila 932 euro), ed effettuati 82 ricoveri (sui 51 mila complessivi agli ospedali di Pordenone, San Vito e Spilimbergo, al Cro di Aviano e al Policlinico San Giorgio), .
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