Curarsi in farmacia con la marijuana

UDINE. È in grado di alleviare malattie degenerative come la sclerosi multipla, ma è anche efficace per le patologie del dolore, come antivomito, e addirittura è in grado di stimolare l’appetito. Ci sono poi studi che dimostrerebbero la sua efficacia nei confronti di tumori neuronali.
Il suo nome commerciale in farmacia è Bedrocam e non è nient’altro che l’inflorescenza di una varietà della cannabis geneticamente modificata.
Non è marijuana, ma un prodotto farmaceutico vero e proprio. Nel 2013 un decreto del governo ha autorizzato la produzione di medicinali a base di cannabis per uso terapeutico. In ospedale esiste uno spray, il Sativex, per la spasticità nella sclerosi multipla ed è somministrato gratuitamente a chi ne ha diritto.
Ma dal 2014 anche le farmacie sono autorizzate – naturalmente su prescrizione medica – alla distribuzione della cannabis. Una rivoluzione che non sembra aver fatto ancora presa in Friuli, anche se le richieste da parte di chi ne fa uso non mancano e addirittura «sono raddoppiate nell’ultimo anno», come spiega Matteo Favero della farmacia Favero.
Matteo insieme con il padre Michele, nel laboratorio di via De Rubeis a Udine, prepara le cartine di Bedrocan che poi vanno decotte nelle tisane prima di essere assunte per via orale. Le terapie sono abbastanza costose per il paziente e vanno dai 50 ai 150 euro al mese. Ma il vero freno alla diffusione è la rigida burocrazia e l’approvvigionamento.
«Il farmaco – spiega Favero – può essere prescritto dal medico curante o dallo specialista solo seguendo la modalità Off – Label, ovvero “fuori etichetta”. In sostanza la ricetta non deve riportare il nome del paziente, il medico è tenuto ad avere una documentazione sugli effetti del farmaco sulla singola persona curata e il farmacista a sua volta deve avere un registro di carico e scarico del prodotto».
C’è poi la questione dell’approvvigionamento. L’inflorescenza di cannabis che dà vita al Bedrocam arriva dall’Olanda e non sempre è disponibile. Ad agosto gli scaffali delle farmacie friulane sono rimaste sguarnite, con la promessa – non ancora certa – che il prodotto arriverà a settembre.
«Spesso sono specialisti di neurologia a consigliare questa terapia antalgica – precisa Favero – o sono gli stessi pazienti o i parenti degli stessi che vengono a conoscenza, tramite internet, della possibilità e spingono il medico a fare la ricetta. I risultati – conclude Favero – non mancano. C’è chi ha riscontrato efficacia, chi, invece, ha abbandonato la cura. È giusto sottolineare che ci sono alcuni effetti collaterali, ma di solito sono ben tollerati».
Da Udine a Rigolato. Qui, nelle montagne friulane al confine con il Veneto, non manca chi fa una gita fuori porta per rifornirsi di cannabis a scopo terapeutico.
Siamo nell’unica farmacia del paese gestita dal dottor Samuele Secchiero che rivela: «Ho richieste anche dal Medio Friuli». Non si producono cartine, ma boccette di olio che poi sono somministrate sotto la lingua. Secchiero ha accettato tempo fa la scommessa, dopo essersi avvicinato alla cultura galenica e aver frequentato un corso.
«Ci sono persone disposte a viaggiare pur di rifornirsi di questo prodotto». Ma anche in questo caso è la «trafila burocratica infinita» a non aiutare il lavoro del farmacista. «E poi – aggiunge – c’è anche un pizzico di pregiudizio e paura che ne blocca la diffusione. In Italia siamo un po’ indietro. Eppure ci sono studi che testimoniano l’efficacia del farmaco».
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