Crollo del palco di Jovanotti, ci sono nove indagati

Anche un friulano (il coordinatore della sicurezza), con ingegneri e artigiani nel mirino del pm per la morte di Pinna
Una immagine del palco che avrebbe dovuto ospitare stasera il concerto di Jovanotti, ''accartocciato'' su se stesso dopo il crollo che ha provocato la morte di un operaio di 20 anni ed il ferimento di dodici addetti all'interno del PalaTrieste a Trieste, 12 dicembre 2011. ANDREA LASORTE/ANSA
Una immagine del palco che avrebbe dovuto ospitare stasera il concerto di Jovanotti, ''accartocciato'' su se stesso dopo il crollo che ha provocato la morte di un operaio di 20 anni ed il ferimento di dodici addetti all'interno del PalaTrieste a Trieste, 12 dicembre 2011. ANDREA LASORTE/ANSA

TRIESTE

I nomi di nove persone da ieri mattina sono annotati sul registro degli indagati della Procura della Repubblica come potenziali responsabili del crollo del palco del palasport il cui collasso ha ucciso lo studente-lavoratore Francesco Pinna, 20 anni di età e tante speranze per il futuro cancellate in un attimo.

A Ermenegildo Corazza, Maurizio Salvadori, Egidio Conte, Franco Faggiotto, Andrea Guglielmo, Horatiu Marginean, Nicusor Facalet, Cristinel Profir e Vasile Denes Dorel, il pm Matteo Tripani contesta tre ipotesi di reato: il concorso nell’omicidio colposo di Francesco Pinna, il disastro colposo costituito dal collasso della struttura e le gravi e gravissime lesioni personali subite da otto giovani che lavoravano all’allestimento del palco su cui di lì a poche ore si sarebbe dovuto esibire Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. I feriti sono Diego Zanetti, Davide Zucchiatti, Massimo Flego, Oscar Miguel Vargas, Antonello Di Battista, Emanuele Adriani, Saidi Bilel, Marco Silvaggi.

«Dobbiamo concludere presto e bene i primi accertamenti» aveva affermato due giorni fa il procuratore capo di Trieste Michele Dalla Costa. È stato di parola e ieri sono stati notificati i nove avvisi di garanzia ad altrettanti avvocati, tutti nominati difensori d’ufficio in base all’elenco fornito dall’Ordine professionale. Il cognome di tutti i difensori – tranne uno – inizia con la lettera “D” dal momento che la Procura non può operare scelte discrezionali ma solo attenersi all’ordine alfabetico della lista. Sono coinvolti nella notifica gli avvocati Mauro Dellago, Fabio Degiovanni, Sabina Della Putta, Alessandra Devetag, Matteo di Bari, Andrea di Roma, Giulio di Bacco, Giovanna de Manzano e Umberto Ercolessi.

L’invio degli avvisi di garanzia consente di definire attraverso i ruoli che gli indagati ricoprivano nell’organizzazione dello spettacolo, il coinvolgimento di aziende, società, studi professionali.

Maurizio Salvadori è direttamente collegato alla “Trident management” che si era impegnata nell’organizzazione del concerto. Franco Faggiotto è l’ingegnere che ha progettato la struttura di cui ora rimane sul “parquet” del Palatrieste solo un groviglio di tubi contorti. La maxi struttura sospesa a una ventina di metri d’altezza e dal cui ondeggiamento seguito da uno spostamento in avanti sarebbe iniziato il crollo, è proprietà della società “Stage Sistem” a cui fa riferimento l’ingegner Andrea Guglielmo di Mariano Comense.

Horatiu Marginean, cittadino rumeno, è il titolare di una ditta artigiana di Seregno che si doveva occupare del montaggio della struttura metallica sulla cui sommità sarebbero stati fissati riflettori e diffusori. Ermenegildo Corazza, residente a Latisana, ha avuto il ruolo di “coordinatore della sicurezza” sul lavoro su incarico di Azalea promotion, organizzatrice del concerto. Doveva verificare che tutti gli operai e i tecnici che si affaccendavano attorno alle torri metalliche, indossassero il caschetto protettivo e le scarpe antifortunistiche. In sintesi a lui, secondo l’indagine svolta dagli uomini della Squadra mobile, competeva la verifica degli standard ordinari, previsti per ogni cantiere.

In sintesi l’inchiesta per definire le singole eventuali responsabilità penali degli indagati, dovrà verificare il modo in cui è stata progettata la struttura; come sono stati montati i singoli elementi metallici; l’eventuale “stanchezza” del metallo che se è sottoposto a ripetute e prolungate sollecitazioni, perde via via le proprie caratteristiche meccaniche, divenendo più fragile. Ed ancora. Dovrà essere verificato in quale modo è stata distribuita sul pavimento del palasport l’enorme massa del palcoscenico e delle torri. Se questa massa è stata concentrata in pochi punti di appoggio o se al contrario è stata adeguatamente distribuita. Certo è che appare un paradosso il fatto che non esistesse un responsabile complessivo del cantiere, non previsto dai regolamenti.

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