Crisi di governo, il Movimento 5 Stelle pronto al voto su Rousseau: così voteranno gli eletti in Fvg

UDINE. C’è chi dice no. Pochi però, almeno a sondare gli umori della base del Movimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia. Gli attivisti pentastellati iscritti alla piattaforma digitale Rousseau saranno chiamati oggi, come i “colleghi” nel resto d’Italia a esprimersi sul sostegno al nascente Governo Draghi. Ieri è stata una giornata vissuta tra mille incertezze e contatti febbrili, anche in Friuli, con gli occhi incollati a computer e smartphone in attesa dell’annunciata apertura della consultazione online. Che, rispetto al previsto, è slittata di quasi ventiquattr’ore: gli attivisti potranno votare dalle 10 alle 18 di oggi, appena otto ore per sancire un via libera che appare quasi scontato, considerati pure gli endorsement addirittura plateali delle due figure più rappresentative per il Movimento, l’ex premier Giuseppe Conte (che però ai Cinque Stelle non è iscritto e quindi non voterà) e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
La deputata friulana Sabrina De Carlo anche ieri ha tenuto le fila dei contatti con il territorio nel suo ruolo di “facilitatrice” per il Friuli Venezia Giulia: «Voterò sì», conferma in serata, dopo che da Roma era arrivata pure la conferma, per quanto indiretta, della volontà del presidente incaricato di accontentare il M5S creando quel Ministero della Transizione Ecologica chiesto a gran voce nei giorni scorsi da Beppe Grillo.
«Ci sono persone che in queste ore hanno avuto modo di interfacciarsi con Draghi in più di un’occasione – indica De Carlo – e mi pare che sui temi forti cari al Movimento ci sia la volontà di proporre una continuità con il lavoro svolto dal Governo uscente». Una linea che sposa anche l’altro parlamentare friulano, Luca Sut: «Draghi ha assicurato che il piano studiato da Conte per il Recovery Fund non verrà stravolto. E c’è stata un’apertura netta sui temi della transizione energetica: quindi voterò sicuramente sì». Eppure i dubbi, nei giorni scorsi non erano mancati: «L’iniziale levata di scudi era legata a una questione, principalmente: quando l’incarico è stato affidato a Draghi pareva scontata la formazione di un governo tecnico. Non sarà così».
Più facile dunque far digerire anche ai più ortodossi tra gli attivisti pentastellati la terza alleanza differente in una sola legislatura? «Qualche resistenza c’è stata e c’è ancora, le discussioni con gli attivisti sul territorio sono quotidiane: mi rendo conto che non sia sempre facile accettare certe dinamiche», conclude Sut. Anche i consiglieri regionali del Movimento sembrano orientati al disco verde: «Inizialmente ero per il no – ammette la consigliera Ilaria Dal Zovo –, ma credo che in questo momento non sia facile per nessuno governare e quindi voterò sì a questa opportunità: credo che sia giusto continuare il lavoro fatto dai governi Conte». Il capogruppo Cristian Sergo non si sbilancia, ma vede di buon occhio «le aperture programmatiche emerse limpidamente nel corso delle consultazioni, a cui si aggiunge il chiaro orientamento alla nascita di un governo tecnico-politico», così come il collega triestino Andrea Ussai, mentre Mauro Capozzella annuncia che voterà «convintamente sì: è una grande conquista».
A Udine il consigliere comunale Domenico Liano voterà per il sì, «convinto che i bisogni urgenti e straordinari del Paese debbano prevalere su quelli dei partiti. Ora è il momento di stare uniti e cercare di risollevare l’economia. Certo che avrei preferito un governo a prevalenza M5S con Conte presidente, ma le circostanze ci portano a dover prendere rapidamente decisioni troppo importanti». Linea simile quella della collega Rosaria Capozzi: «Se Draghi mantiene le promesse fatte, descritte nel preambolo del quesito, votare sì diventa obbligatorio, anche e sopratutto per difendere le cose buone fatte e spendere bene quello che abbiamo conquistato con il negoziato di Conte».
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