Crisi Covid, Fondo Gorizia e Confidi vitali

Bilancio positivo dei cinque anni della Venezia Giulia per il presidente Paoletti: «Dati vincenti dall’unione delle Camere» 
Giulio Garau



La strada della fusione non solo era naturale, ma anche l’unica via per dare valore e forza a una realtà come quella di ora, la Camera di commercio della Venezia Giulia che oltre a diventare un volano per imprese e le realtà economiche ha decuplicato il suo valore in termini economici e di peso politico.

È emerso con la chiarezza dei numeri e dei dati ieri alla presentazione del bilancio di mandato 2016-2021, cinque anni molto importanti che nonostante il grave periodo delle chiusure a causa della pandemia, hanno dato molto frutto a un territorio, la Venezia Giulia che sta correndo sul fronte della produzione e del valore. Una presentazione fatta ieri a Gorizia, dopo l’ultima riunione del consiglio camerale a Trieste il giorno prima, che ha dato un segnale politico di grande rilevanza.

Tanti e importanti i numeri, tutti positivi da questa fusione, dai 24 milioni che sono stati concessi a imprese e realtà socio economiche dal Fondo Gorizia per garantire competitività, internazionalizzazione, innovazione e digitalizzazione oltre che la spinta alle realtà di turismo e cultura. Ai prestiti agevolati a tasso zero alle imprese artigiane, del commercio e dei servizi, grazie al Confidi unificato, 22 milioni e 625 mila euro determinanti a far sopravvivere le imprese durante il Covid e che ora sono ripartite.

Fino ai servizi offerti alle aziende: l’unione delle due Camere di Trieste e Gorizia ha abbassato pure i tempi di evasione delle pratiche, dai 3 giorni e mezzo del 2017 ai poco più di 2 del 2020 grazie alla digitalizzazione dei servizi. Si è passati da 83 a 57 dipendenti, il prossimo anno ci sarà un ulteriore dimagrimento con 9 persone in meno: ma stavolta la Camera della Venezia Giulia inizierà a riassumere «professionalità ad hoc».

«Dalla fusione delle Camere di commercio – ha ricordato il presidente uscente, Antonio Paoletti che punta alla riconferma - è nato un percorso di aggregazione delle forze socio-economiche dei due territori che ha portato alla nascita del Consorzio di sviluppo economico, del Confidi, dell’integrazione sia retroportuale tra Sdag e Interporto di Trieste, che portuale grazie alla cessione dell’azienda speciale Porto di Monfalcone all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. In un periodo difficile travolto dalla pandemia da Covid-19 abbiamo risposto sia sostenendo le imprese con i fondi, sia rendendo la loro vita più agevole attraverso una accelerazione nella digitalizzazione dei servizi».

Il valore è decollato, non c’è dubbio, illuminante e lucida la lettura del segretario Pierluigi Medeot: «Abbiamo messo a sistema il potere politico che rappresenta Trieste con quello economico del territorio di Gorizia, un valore esponenziale» ha spiegato dopo aver illustrato le azioni del Fondo Gorizia. Accanto il vice presidente, Gianluca Madriz che ha ribadito «abbiamo avuto una giusta visione» fino al componente di giunta Massimiliano Ciarrocchi che ha seguito il Confidi e che ha spiegato, numeri alla mano, quanto è stato fatto per supportare le imprese. —

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