Crisi climatica, l'esperto: sulle Alpi Giulie ci sono otto gradi in più ogni cento anni

UDINE. Il “global warming” o riscaldamento globale è un dato di fatto. I ghiacciai si stanno riducendo a un ritmo impressionante. Renato Colucci, glaciologo al Cnr-Ismar di Trieste, si dedica a questi studi da decenni in particolare nella nostra regione.
Il 2019 il secondo anno più caldo di sempre dunque?
«Sì, è così, da quando esistono le rilevazioni. In linea generale, nelle Alpi Giulie il riscaldamento più marcato è iniziato negli anni Ottanta, con un tasso di incremento di circa 0,8 gradi Celsius ogni dieci anni (+8° C in un secolo) e non mostra segni di interruzione. E in autunno ormai è dal 1974, ovvero da 45 anni, che a queste quote non si registrano medie stagionali inferiori a zero gradi».
Eppure c’è ancora chi esprime dubbi sul fenomeno. Come si risponde agli scettici che negano il riscaldamento globale?
«Chi nega che la Terra si stia riscaldando usa in maniera strumentale dati che confliggono con una corretta informazione su queste tematiche. Si porta a esempio l’inverno del 1989-1990, che è stato caldo e secco similmente a questo, spingendosi a dire che da 30 anni fa a oggi la temperatura non si è innalzata. Ma non è vero. Non è il singolo evento o il singolo inverno che spiegano il riscaldamento globale. Se anche avesse fatto più caldo non cambierebbe nulla. È la successione di eventi, la raccolta annuale e costante dei dati meteorologici che ci porta a dire senza possibilità di smentita che la temperatura atmosferica si sta innalzando sempre più velocemente».
È vero che gli effetti sono più intensi e rapidi nelle zone di alta quota?
“Certo, questo è noto ed è stato già ampiamente discusso nella letteratura scientifica, come per esempio in un recente lavoro sulla rivista Nature Climate Change. Dal 1984, ovvero da 35 anni, la stazione meteo del Canin, posta a 2200 metri di quota, non ha registrato medie annuali inferiori a zero gradi Celsius».
È vero che il ghiacciaio della Marmolada potrebbe estinguersi fra trent’anni?
“Sì, ed è una proiezione basata sull’osservazione degli ultimi decenni. Se continua a ridursi a questa velocità, scomparirà, anche se il clima non dovesse più cambiare ma mantenersi stabile».
Qual è la situazione del ghiacciaio del Canin?
«Ormai il ghiacciaio del Canin è agli ultimi stadi, composto da residui glaciali senza movimento. Ecco, possiamo dire che fra 20-25 anni la Marmolada potrebbe essere com’è il Canin adesso».
Che cos’è il ghiacciaio sepolto di Casera Razzo e che cosa ci dice la sua scoperta?
«Si tratta di un ingente deposito di ghiaccio sepolto pari a 1-1.5 milioni di metri cubi di volume che si trova a 8 metri dalla superficie e 1.800 metri di quota sull’altopiano di Casera Razzo nelle Alpi Carniche, non lontano da Sauris. Una scoperta forse più rivolta agli addetti ai lavori, ma ci dà comunque importanti informazioni sulle trasformazioni di queste masse, che, ricoperte di detriti, possono preservare grandi quantità di ghiaccio anche in situazioni climatiche sfavorevoli. Sono un esempio di resilienza di fronte ai mutamenti ambientali»
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