Crediti facili per gli “amici” di Veneto banca, bastava la parola di Consoli

VENEZIA. Non osiamo pensare a come si devono sentire i risparmiatori traditi dalle banche venete davanti allo scandalo degli “amici degli amici” ai quali la dirigenza faceva ponti d’oro. La chiusura delle indagini sul reato di aggiotaggio da parte della procura di Roma ha fatto arrivare nel Veneto, grazie alla linea processuale perseguita dall’avvocato Rodolfo Bettiol, le prove del feroce trattamento selettivo cui era sottoposta la clientela di Veneto Banca.
Per i nomi blasonati i finanziamenti arrivavano anche senza istruttoria tecnica: bastava la parola di Vincenzo Consoli. «In numerosi casi sono mancati approfondimenti sulla situazione economico patrimoniale della clientela», scrivono gli ispettori di Banca d’Italia, «sostituiti spesso da meri riferimenti alla notorietà dei nominativi presso la direzione». Sono stati finanziati in questo modo la padovana Lazzaro Immobiliare srl e Immobiliare Annapaola srl di Legnano, finite in sofferenza, e Gruppo Leccese di Luino, che ha posizioni incagliate.
Quando l’istruttoria veniva fatta e l’esito era negativo, la plancia di comando se ne infischiava «senza esplicitare le motivazioni della decisione». Così sono arrivati i soccorsi al gruppo Acqua Marcia di Bellavista Caltagirone, oggi in sofferenza; o alle posizioni incagliate del re delle cave e calcestruzzi di Treviso Fabio Biasuzzi, della Lotto Sport Italia di Andrea Tomat e di Boscolo Group spa di Angelo Boscolo e fratelli.
Posizione incagliata può significare semplice intoppo, ma sofferenza comporta un pronunciamento già avvenuto della magistratura: il che, a sua volta, significa rischio concreto per la banca di non rivedere mai più i soldi. In molti casi questi soldi andavano a sostenere «operazioni speculative nel settore edile-immobiliare, finanziate per l’intero valore, con contributi nulli o marginali delle imprese».
Non basta: «Spesso gli affidamenti sono stati erogati in assenza delle concessioni edilizie o varianti urbanistiche, il cui mancato ottenimento ha poi determinato il deterioramento delle posizioni». Si fa il caso di Giovanni Alei e Omega srl, posizioni in sofferenza; della Società Agricola Prima srl, incagliata.
Altri imprenditori sono stati finanziati per speculare sui titoli «in assenza di adeguata rispondenza patrimoniale» e quando è arrivato il rovescio «gli accordi sono stati incrementati per adeguarli agli utilizzi raggiunti». Si fa il caso «emblematico» dell’80enne imprenditore Gianni Gallo di Montebelluna, fondatore della Gallo Pubblicità e di Abaco, la cui posizione è lievitata da 6 milioni a quota 13. Il buco è stato sanato, si fa per dire, con «una ristrutturazione che ha trasferito la debitoria dalla posizione personale alle società, aggravando la situazione di deterioramento economico finanziario di queste ultime».
Nello stesso modo sono stati risolti gli incagli dell’immobiliare Ninfea e dell’imprenditore trevigiano Bruno Ferretto. L’elenco prosegue con le sofferenze di Sviluppo Iniziative Immobiliari srl, Gruppo Jonia Costruzioni, Gruppo Cristofanelli, Gruppo Paccagnella, Gruppo Rossetti-Abbiate, Finpro srl. E le posizioni incagliate di Anfra sas, Euroingross srl, Impart srl.
Era previsto anche il trattamento di superlusso, una specie di suite bancaria: finanziamenti erogati a nuove società, che in realtà servivano per chiudere posizioni insolventi degli stessi titolari. Ne beneficia il gruppo Zoccai di Vicenza, esposto per 13,9 milioni, che doveva rientrare con un complesso immobiliare mai realizzato. La triangolazione avviene finanziando Hollerith srl.
Meglio ancora va per la Società Iniziative Multimediali srl, fuori con 11,4 milioni, prima messa a sofferenza, poi riclassificata a incaglio, infine recuperata in bonis, in attesa della vendita di un immobile non concretizzata perché mancava la variante urbanistica. E tanti altri nomi ancora.
Era un sistema: «Assecondare le posizioni inadempienti attraverso l’erogazione di nuove facilitazioni a sanatoria dei superi, spesso senza la rivalutazione del merito creditizio e l’analisi di sostenibilità dei nuovi livelli di indebitamento». Trasferivano i problemi dei clienti di serie A sul groppone della banca, con i risultati di oggi: pagano i clienti di serie B.
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