Crea in casa videogiochi che spopolano nel mondo

CIVIDALE. Le bastano un computer e le armi vincenti che l’accompagnano da sempre: l’inesauribile fantasia e la smisurata passione per i videogiochi. Non ha bisogno di altro per lavorare la trentenne Caterina Corsini.
Nemmeno di muoversi dalla casa di Cividale, per quanto collabori con colossi internazionali del mondo dei videogame: dei grandi amori che coltiva da quand’era piccola, videogiochi e disegno, ha fatto una professione che è determinata a svolgere senza lasciare l’Italia e nemmeno la città in cui è nata.
Da Cividale, così, partono alla volta di grandi case di produzione Usa e giapponesi personaggi destinati ad animare giochi elettronici a diffusione globale.
«All’Università – racconta la giovane donna, laureatasi in relazioni pubbliche a Udine con una tesi sperimentale sui metodi comunicativi usati dalle aziende di videogame – continuavo a disegnare senza sosta, inventando storie su storie e pubblicando online i miei disegni.
Fu grazie a essi che nel 2011 fui contattata da James Chung, fondatore di Studio iGo e Reload Studios (oggi Studio Roqovan) ed ex concept artist di Call of duty: interessato al mio stile mi diede il primo incarico, che consisteva nel fare da assistente al character design per un videogioco mobile commissionato da Saban.
L’entusiasmo mi portò a creare più personaggi che potevo: ne abbozzai 150 in una settimana. James restò soddisfatto e mi offrì altre opportunità.
Da allora ho cominciato a partecipare a vari progetti, principalmente come character designer e come concept, collaborando con noti artisti del settore come Nik Ranieri (leggenda della Disney) e Sungwook Su (Blur studio, Sony pictures, Kojima productions), inventore, fra l’altro, della tecnologia per il riconoscimento facciale da 2d a 3d, applicata all’ultima versione dell’iPhone; oggi è lui il mio referente».
Caterina ha lavorato anche con Allison Perry (impegnato con Cartoon network, Disney, Nickelodeon), Carrie Wassenar (producer di serie animate della Marvel) e Phillip Moses. E ha raggiunto pure Tokyo: a sua firma gli sfondi di un corto animato sulla festa del capodanno cinese. Eppure «mai nel nostro Paese mi sono state offerte opportunità», dice con amarezza.
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