Crack impero ex Olivetti assolti Fulchir e la moglie

L’imprenditore friulano Carlo Fulchir, di 50 anni, e la moglie, Doris Nicoloso, anche lei di 50 anni, sono stati assolti dal tribunale di Ivrea dall’accusa di bancarotta fraudolenta distrattiva per il crack della Oliit, l’azienda di Scarmagno (Torino) operante nei personal computer, quelli noti con il marchio Olivetti.
«Il fatto non sussiste», hanno deciso i giudici piemontesi, accogliendo le tesi della difesa sostenuta dall’avvocato Luca Ponti. Fulchir e la Nicoloso quindi non hanno avuto alcun ruolo nel fallimento dell’impero della ex Olivetti. A dirlo è lo stesso tribunale che invece aveva comminato oltre 38 anni di reclusione per concorso in bancarotta fraudolenta ai dirigenti della Oliit spa e della controllante 3L Trading, che di fatto erano subentrati a Fulchir e alla Nicoloso nella gestione dell’impero ex Olivetti.
Le due aziende sono rimaste coinvolte in un crac da circa dieci milioni di euro. La prima è stata dichiarata fallita dal tribunale di Ivrea il 19 ottobre 2004, la seconda il 16 dicembre 2005. La condanna più pesante (sei anni e sei mesi di reclusione) è stata inflitta all’amministratore unico di entrambe le società, l’imprenditore Luigi Luppi, di 49 anni, di Poviglio (Reggio Emilia), mentre l’imprenditore Massimo Pugliese, 44 anni, di Avellino, socio di maggioranza della società Maxfin coinvolta nella vicenda, è stato condannato a 5 anni e 2 mesi di reclusione.
Dopo queste condanne si era innestato il nuovo processo a carico di Fulchir e della moglie per la medesima cessione di un ramo d’azienda della Ics alla Oliit spa per oltre 7 milioni di euro. «Ma il venditore - ha evidenziato nella sua arringa Luca Ponti - non può essere considerato responsabile per le scelte gestionali errate del compratore». Fulchir e la Nicoloso insomma si sono limitati a vendere nel miglior modo possibile e non hanno preso parte al disegno finalizzato a portare al fallimento i computer Olivetti. (c.r.)
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