Crac Fadalti, il pm: «Giudizio per tutti»

PORDENONE. Nessuna richiesta di riti alternativi da parte dei 21 indagati per il crac dell’impero Fadalti: il pm Maria Grazia Zaina, che ieri in aula sostituiva la collega Annita Sorti, titolare dell’inchiesta, ha chiesto al giudice il rinvio a giudizio per tutti. Non ci sono però ancora decisioni ufficiali in merito: il gup Roberta Bolzoni, che ieri ha aperto l’udienza preliminare, ha ascoltato i difensori di amministratori e sindaci considerati implicati e, dopo la discussione, ha stabilito il rinvio a mercoledì prossimo.
Fadalti era stata dichiarata insolvente il 9 dicembre 2010 e successivamente rilevata da un imprenditore friulano. Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, vanno dalla bancarotta semplice alla fraudolenta, dal ricorso abusivo al credito all'evasione dell'Iva. Il pubblico ministero Sorti ha raccolto in 17 pagine 19 capi di imputazione e 6 mila documenti allegati. Gli indagati sono Alvise Faotto, 64 anni, di Sacile, amministratore delegato della spa fino al 30 giugno 2009; il presidente del cda, Piero Fadalti, sacilese di 58 anni; la vice, Luisa Fadalti, 64 anni, di Sacile; la consigliere sacilese Emanuela Fadalti, 67 anni.
Ancora, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio del consigliere Gabriele Verardo, 68 anni, di Brugnera; di Franco Biasutti, 56 anni, di Palazzolo dello Stella, espresso da Friulia spa;dell'allora amministratore delegato della spa regionale Federico Marescotti, 57 anni, di Milano, del responsabile investimenti Alessandro Mulas, 54 anni, di Trieste, e di Gianni Tulisso, 68 anni, di Udine, all'epoca sindaco effettivo.
La procura chiede il processo, inoltre, per il liquidatore del Gruppo Fadalti, Giorgio Ghezzi, 53 anni, di Bergamo, l'avvocato pordenonese Dimitri Guarino, 46 anni, componente del cda, l'ex presidente del cda Pietro Codognato Perissinotto, 68 anni, di Silea, Claudio e Carlo Borea, 58 e 60 anni, di Sanremo, che entrarono nel board della spa tra il 2009 e il 2010 quando tentarono il salvataggio.
Gli ultimi indagati per i quali il pm chiede il processo sono Domenico Porcaro, pordenonese di 77 anni, Ivonne De Conto, 73 anni, di Sacile, Sandro Benvenuti, 57 anni, di Trieste (il primo presidente del collegio sindacale, gli altri due sindaci effettivi), l'ad Giancarlo Francesco Puppo, 69 anni, di Genova, la commercialista Anna Grava, 50 anni, di Pordenone, Claudio Tatozzi, 44 anni, di Milano, Giuseppe Cassinis, 48 anni, di Milano, tutti amministratori o sindaci per limitati periodi.
Piero, Luisa ed, Emanuela Fadalti, Faotto, Verardo, Biasutti, Porcaro, De Conto e Benvenuti, amministratori e sindaci fino al 30 giugno 2009, a vario titolo sono accusati di avere concorso ad aggravare il dissesto finanziario della Fadalti, celando le difficoltà finanziarie, l'avvenuto azzeramento del capitale sociale e la necessità di provvedere alla ricapitalizzazione, consentendo un ulteriore accesso al credito bancario, senza adottare piani di risanamento.
Solo gli amministratori sono accusati di avere compiuto operazioni «imprudenti» per ritardare il fallimento. Il secondo filone di indagine riguarda il salvataggio tentato dal gruppo Borea, e coinvolge Ghezzi, Codognato, Tatozzi e Guarino, a vario titolo, oltre ad alcuni precedenti amministratori. L'operazione avrebbe aggravato il dissesto di Fadalti spa proseguendo l'omissione del versamento Iva e sottoscrivendo un accordo con il Gruppo Borea per il pagamento preferenziale del loro credito e delle banche, sceso in sei mesi da 41 a 27 milioni.
Tutti gli avvocati difensori degli indagati (quelli del foro di Pordenone sono Marco Zucchiatti, Bruno e Antonio Malattia e Glauco Castellani) sono dunque pronti a dare battaglia di fronte al tribunale collegiale nel caso incui mercoledì arrivi, per i loro assistiti, il rinvio a giudizio chiesto ieri dal pm.
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