Covid-19, impennata dei contagi nelle discoteche: altri dodici casi a Lignano

Sono correlati ai locali rilevati dalle attività di screening della Regione. Positivi anche quattro migranti

UDINE. Oltre un terzo dei 33 nuovi contagi di sabato 22 agosto, in Friuli Venezia Giulia, fa riferimento ai cluster delle discoteche di Lignano e quasi altrettanti sono coloro evidenziati dalle Aziende sanitarie della regione in seguito a operazioni di tracciamento, cioè di verifica dei contatti di soggetti già positivi.

Le persone attualmente positive al coronavirus in Friuli Venezia Giulia – entrando nel dettaglio dei dati di sabato – sono 282, 28 in più rispetto a venerdì 21. Fortunatamente, però, restano stabili – e molto bassi – i numeri delle ospedalizzazioni considerato come siano sempre due i pazienti che risultano in cura in Terapia intensiva e nove, invece, i cittadini ricoverati in altri reparti.

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Non si sono registrati, per l’ennesimo giorno di fila, nemmeno ulteriori decessi con il totale che resta fermo, pertanto, a quota 348. «L’età media dei contagi si abbassa sempre di più – evidenzia l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi –, ma la domanda sanitaria è per fortuna, al momento, di fatto quasi inesistente».

Entrando nel dettaglio delle tipologie di contagio registrato ieri, inoltre, questo dice che, come accennato, la percentuale maggiore di nuove positività – in una giornata che ha visto effettuare 3 mila 362 tamponi – è legato in una maniera o nell’altra ai primi casi registrati nelle discoteche di Lignano una manciata di giorni or sono.

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Dalle operazioni di mappatura effettuate dalla Regione, infatti, sono emersi altri 12 positivi che portano il totale dei cluster collegati ai locali notturni della riviera friulana a 29.

Una decina di casi, quindi, è figlia delle operazioni di tracciamento legate a contagi già noti e che servono a isolare eventuali focolai locali, mentre dopo i dieci migranti di venerdì, vanno segnalati altri quattro richiedenti asilo – tutti ospitati e messi in quarantena nell’area di Trieste – positivi ieri al Covid.

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Udine 20 agosto 2020 Tamponi drive al Gervasutta ©Foto Petrussi

Quattro, inoltre, sono anche i nuovi casi di persone rientrate in Friuli Venezia Giulia dopo essere state all’estero per ragioni di lavoro – ed esattamente in Albania, Romania, Kosovo e Turchia –, mentre sono tre i cittadini della nostra regione che sono risultati positivi una volta ritornati dalle ferie trascorse in Spagna e in Sardegna.

Ricordiamo, in ogni caso, come dallo scorso 13 agosto, fino a nuove disposizioni normative e comunque non oltre il 7 settembre – probabilmente prorogabile –, tutti i cittadini in rientro in Italia da Croazia, Malta, Spagna e Grecia devono effettuare il tampone al loro arrivo – ed entro 48 ore – per verificare eventuali contagi da Covid.

Lo ha disposto l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza con la Regione che si è attrezzata, ormai da quasi dieci giorni, per effettuare i test nella maniera più veloce possibile con diverse migliaia di tamponi già effettuati.

Il dato disaggregato per singole aree del Friuli Venezia Giulia, poi, dice che sabato ci sono stati sette nuovi contagi in provincia di Trieste, tre in quella di Gorizia, quattordici – ma con una fetta consistente collegata ai cluster delle discoteche – a Udine e otto nel Pordenonese, oltre a un residente fuori regione.

Analizzando, pertanto, i numeri complessivi dall’inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia, le persone risultate positive al virus sono complessivamente 3 mila 616: mille 454 a Trieste, mille 126 a Udine, 791 a Pordenone e 240 a Gorizia.

I totalmente guariti ammontano a 2 mila 986, i clinicamente guariti – cioè coloro che non risultano più essere positivi al virus, ma cui manca ancora il doppio tampone – dieci, mentre le persone in isolamento 261. I deceduti restano 197 a Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia.

In totale, infine, in Friuli Venezia Giulia da inizio emergenza sono stati effettuati 302 mila 592 tamponi che hanno consentito alle Aziende sanitarie di testare oltre 143 mila 300 casi. —


 

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