Così il Triangolo della sedia racconta i suoi 150 anni

Nel 1866 un dazio austriaco nella Contea di Gorizia e Gradisca fece spostare 20 famiglie Poi il boom degli anni Ottanta e la crisi: a San Giovanni una rassegna per rinascere
Di Davide Vicedomini

SAN GIOVANNI AL NATISONE. Il Triangolo della sedia: la nascita, il boom degli anni Ottanta, la crisi. Un libro e una mostra raccontano la storia di quel piccolo operoso territorio compreso fra i comuni di Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo che mosse generazioni di seggiolai e rese il Friuli famoso in tutto il mondo. Con una sfida davanti: ricominciare dal design, parlandone con i giovani, raccontandolo nelle scuole.

Sgna design festival è il progetto – unico nel panorama regionale – lanciato dall’assessorato alla cultura alle politiche formative del Comune di San Giovanni al Natisone, guidato da Anna Bogaro, e che ha l’obiettivo di dare un segnale positivo all’intero comparto e di tracciare le linee della “sedia che verrà”. Teatro dell’evento, che durerà dal 2 al 18 ottobre, sarà Villa de Brandis. Il progetto coinvolge anche diverse realtà locali: tra queste l’Isis Malignani, che sarà anche sede di alcuni incontri con personalità e istituzioni.

Cuore della manifestazione è la mostra che sarà allestita nelle sale della settecentesca villa: una serie di pannelli tracceranno la storia della sedia tratta dal libro “Distretto della sedia: design tra passato e futuro”, scritto da Anna Lombardi e recentemente edito dalla FrancoAngeli.

«Il design – spiega l’autrice – è una delle molteplici facce della qualità e il rilancio del settore manifatturiero passa anche attraverso originalità e contemporaneità, leve strategiche che hanno fatto conoscere la produzione italiana nel mondo e ancora oggi rappresentano il Made in Italy». Anna Lombardi è una studiosa dell’industria locale, ha curato circa 40 mostre, molte con le relative pubblicazioni, e altrettanti convegni con l’obiettivo di sensibilizzare il territorio al design. La sua ultima “fatica” vuole entrare nelle case delle nuove generazioni, educarli all’idea che la qualità manifatturiera è un valore strategico nel mercato globale. 150 anni di storia raccontati tutto d’un fiato, da quando, nel 1866, un dazio imposto dagli austriaci nella Contea di Gorizia e Gradisca fece spostare una ventina di famiglie di produttori di sedie nei vicini comuni friulani, da poco passati al Regno d’Italia. E così cominciò a prendere forma il distretto, oggi ridenominato “cluster”. Una storia fatta di esaltanti successi, dalla sedia da birreria, che veniva data in comodato dalle fabbriche di birra come la Moretti, la Dormish e la Dreher, alle ultime creazioni dei designer contemporanei, come i fratelli Bouroullec e Costantin Grcic. Una storia che ha raggiunto il boom negli anni ’80 e che ha pagato amaramente la sfida della concorrenza lasciando un territorio punteggiato di capannoni vuoti.

Accanto al libro e alla mostra, che appartengono al filone del passato, ci sarà spazio anche per due incontri che affronteranno alcuni temi caldi e proietteranno il comparto nel futuro: “Cultura del progetto e industria: le ricadute sull’economia” e “Design, formazione e territorio: legno futuro”, che vedrà la partecipazione anche del Catas e dell’Asdi. Evento nell’evento sarà anche presentato il “Museo virtuale del design del Friuli Venezia Giulia, MuDeFri”. In occasione dell’evento, infine, alcuni designer operativi in zona apriranno al pubblico i loro studi, in una sorta di “rete” con il Museo Villa de Brandis.

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