Cosef, bufera nel cda: Moschione destituita presenta ricorso al Tar

Osoppo: ritiene illegittima la revoca disposta dal presidente Marinig e contesta l’accordo che affida a Disetti (ex Cipaf) la vicepresidenza

OSOPPO. Da consigliere del cda dell’ex Cipaf di Rivoli di Osoppo (consorzio per lo sviluppo industriale ed economico della zona pedemontana alto Friuli) a componente del cda del nuovo Cosef, nato dal progetto di fusione per incorporazione di Cipaf nel consorzio Ziu di Udine. Fino alla nomina, per Virgilio Disetti, di vicepresidente del nuovo ente. Una nomina, quella del presidente Renzo Marinig, seguita alla revoca dall’incarico di vicepresidente di Mariella Moschione che ha definito questo atto «illegittimo». Ed è per questo che la legale di Moschione, l’avvocato Teresa Billiani del foro di Trieste, ha notificato un ricorso al Tar «con cui è stato impugnato il provvedimento di revoca che riteniamo infondato da un punto di vista del diritto» per chiederne il reintegro in qualità di vicepresidente. Una bufera sta dunque per abbattersi sul cda del Cosef. A essere contestata è la motivazione alla base della revoca. Che fa riferimento «a presunti patti sociali – ha riferito ieri in una conferenza stampa Billiani – intercorsi già dal 2015 e che prevedevano che il nuovo Consorzio avrebbe ereditato il vecchio presidente della Ziu e come vicepresidente un rappresentate del Cipaf, patti di cui però non c’è alcuna documentazione». Accordi non scritti, o comunque non ufficializzati, per “dividersi” le poltrone del cda del Cosef.

Ma facciamo un passo indietro. «Il cda del consorzio Ziu – ha proseguito Billiani – è stato nominato nell’assemblea del 20 giugno 2016 con la riduzione dei componenti da 5 a 3 e l’elezione di Marinig presidente, Moschione come vicepresidente e il consigliere Alberto Di Fant. Nella prima assemblea del Cosef, svoltasi il 3 gennaio 2018, si è deciso di non procedere a nuove nomine ma di mantenere quelle del consorzio Ziu integrandole con le due nomine del Cipaf di Disetti e Indira Fabbro stabilendo di proseguire così fino al 2019, scadenza del mandato, e dunque con vicepresidente Moschione». Ma così non è. Perché «il 29 gennaio Moschione si vede recapitare un atto di revoca a firma del solo presidente Marinig che adduce come motivazione dei presunti patti sociali affermando che questi erano stati confermati nell’assemblea del 3 gennaio. Ora, questo non corrisponde al vero perché i patti sociali esistono nel mondo giuridico solo se rispettano la forma prevista dal diritto, diversamente, non c’è prova della loro esistenza». Alcuni soci hanno chiesto chiarimenti al presidente. «Riferendo di essere stati presenti in assemblea – ha continuato – e che, oltre al fatto che lo conferma il verbale notarile, in alcun modo si è parlato di questo accordo per attribuire la vicepresidenza all’ex Cipaf. Il Cosef è equiparato a un ente pubblico economico, quindi nomine frutto di accordi non ufficiali non sono possibili né lecite. Questo atto di Marinig è lesivo nei confronti di Moschione, dell’ente e dei soci. C’è un’altra irregolarità. La revoca di Moschione decorreva dal primo febbraio e Marinig ha nominato Disetti il 30 gennaio quindi per due giorni c’è stata la compresenza di due vicepresidenti che non è consentita». «Nonostante le richieste di chiarimento dei soci – ha concluso – il presidente ha convocato un’assemblea giovedì 15 non ponendo all’ordine del giorno questa questione». Intanto il Cosef fa sapere che all’assemblea di domani, il presidente darà delle comunicazioni inerenti all’articolo 16, punto 3, dello statuto che recita che il presidente, in caso di assenza, è sostituito dal vicepresidente nominato dal presidente medesimo tra i componenti del cda.

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