Corte Europa, il sogno mancato

Spilimbergo, doveva essere un incubatore di imprese, ma il complesso rimane per gran parte vuoto

SPILIMBERGO. Quale futuro per corte Europa? E’ un tema sentito e che sarà motivo di discussione nella campagna elettorale per le prossime amministrative quello che riguarda il destino dell’ex caserma Bevilacqua. La sensazione che si prova, attraversando lo slargo sopra il parcheggio multipiano, che separa la Valbruna da piazzetta Walterpertoldo, nel cuore della città del mosaico, è quella di un sogno infranto, di un progetto nato con le migliori intenzioni – farne un incubatore d’impresa – e ormai, vista la congiuntura economica, tramontato. Oggi corte Europa è un parcheggio gratuito o poco più, se non fosse per le poche aziende rimaste e la scelta, questa sì felice, di trasferirvi nella primavera di tre anni fa (era il maggio 2010) il Centro pubblico per l’impiego, in spazi più confortevoli e funzionali di quelli della vecchia sede di via Umberto primo.

Da allora, a parte la liberalizzazione dei parcheggi (prima il secondo piano interrato reso disponibile a titolo totalmente gratuito, poi anche il primo piano, a parte una piccola quota di parcheggi riservata agi abbonati, tra cui gli affittuari dei locali per attività produttive di corte Europa), l’esposizione di mostre e l’insediamento, con alterne fortune, delle casette del mercato contadino (oltre che per un certo periodo dell’ufficio postale), lo sviluppo di corte Europa ha disatteso le migliori aspettative.

Una storia travagliata quella di corte Europa, rilevata dal Comune di Spilimbergo nel 1998 e convertita da struttura militare a produttiva grazie al programma comunitario Konver con una spesa pari a 14 miliardi di vecchie lire per la sua ristrutturazione. Completata la riconversione, nel 2002, l’amministrazione civica (allora sindaco Alido Gerussi) individuò nella società a capitale pubblico preposta a favorire lo sviluppo imprenditoriale in regione Bic Fvg (oggi Bic incubatori Fvg spa, di cui dal 2009 è proprietaria la finanziaria regionale Friulia) il soggetto più adatto a gestire anche le attività del nuovo Centro di innovazione d’impresa. Da ciò la stipula di un contratto di comodato prorogato più volte. Una scelta tutto sommato fortunata tanto che, dalle otto aziende di partenza del 2002, si giunse a contarne nel 2010 17, a fronte però di spazi adatti ad accoglierne 33. Quindi, dal gennaio del 2011, la decisione dell’amministrazione Francesconi di affidarne la gestione al Consorzio per lo sviluppo industriale dello Spilimberghese.

Un cambio di gestione che ha sì mantenuto gli equilibri (le attività presenti attualmente sono in totale 13 e venti i moduli vuoti), ma, complice anche la crisi, non ha dato la spinta giusta a rilanciare un’area che dell’incubatore di imprese non ha più neppure l’ombra.

Guglielmo Zisa

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