Coronavirus, il direttore della casa di riposo di Gemona: «Così ho superato il Covid»

GEMONA. Il Covid ha colpito il direttore della casa di riposo di Gemona Ibrahim Ayashi, che è stato costretto ad allontanarsi dalla struttura di via Croce del Papa per oltre tre settimane. Ayashi in questi giorni è in via di guarigione e le ultime verifiche hanno testato la sua negatività al virus, dunque si prepara a tornare al lavoro da oggi, ma queste ultime settimane non sono state facili per lui.
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Tutto è iniziato lo scorso 28 ottobre: «Quel giorno – spiega Ibrahim Ayashi – feci il tampone che ormai come operatori facciamo con una frequenza settimanale visto l’aggravarsi dell’emergenza. In serata, a casa, ho cominciato a sentire sintomi di raffreddore e così ho segnalato che il giorno dopo non sarei venuto a lavorare per sicurezza. Pochi giorni dopo è arrivato l’esito del tampone ed era positivo».
Da quel momento non è stato facile per Ibrahim Ayashi che ha subito cercato di isolarsi all’interno della sua stessa casa per non contagiare i familiari, in seguito risultati comunque negativi ai test.
«Le mie condizioni di salute – racconta Ayashi – sono in seguito peggiorate: la febbre continuava a salire e alla fine sono stati ricoverato a Udine dove mi hanno diagnosticato un principio di polmonite bilaterale. I sanitari mi hanno curato e nel giro di qualche giorno ho iniziato a riprendermi».
Successivamente le cose sono andate in meglio per Ayashi che in questi giorni sta affrontando gli ultimi giorni di isolamento a casa dopo che diverse verifiche con i tamponi hanno dato esito negativo e lunedì prossimo potrà tornare a lavorare. Naturalmente, la preoccupazione del direttore ha riguardato principalmente gli ospiti della casa di riposo di Gemona dove in seguito alla sua malattia sono state fatte le verifiche a tutti i 64 anziani, e a tutti i dipendenti della struttura che fortunatamente sono risultati negativi.
Se non altro, in questo momento nella residenza anziani di via Croce del Papa non risultano positività: «Mi sono chiesto spesso – dice Ayashi – dove io ho contratto il virus dopo tutte le attenzioni e i protocolli applicati rigorosamente in questi mesi. Credo di aver preso l’influenza attraverso i contatti esterni che il mio lavoro mi porta ad avere con diverse persone, pur rispettando sempre le distanze e non dimenticando mai la mascherina. Ora posso riprendere a lavorare: ho sentito i colleghi che hanno gestito la struttura in queste settimane e anche il sindaco Roberto Revelant, che ringrazio: mi ha chiamato preoccupandosi spesso delle mie condizioni di salute».
Nella casa di riposo di Gemona ci sono 64 ospiti: la residenza fino a ora ha affrontato bene l’emergenza visto che dal primo lockdown ha registrato solo 3 contagi fra gli ospiti e uno fra gli operatori. In primavera era mancata una persone over 70 già da tempo colpita da gravi patologie e che alla fine ha contratto il virus. —
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