Coronavirus, 35 persone in isolamento e il seminario in quarantena: ecco chi è il prete positivo al test

UDINE. Il coronavirus colpisce anche all’interno della Chiesa cattolica. Il tredicesimo contagiato in Friuli Venezia Giulia dall’inizio dell’emergenza è infatti don Stefano Romanello, ricoverato – non in gravi condizioni – nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Udine.
Udinese, classe 1961, don Romanello celebra messa a Lavariano, ma soprattutto è Delegato episcopale per la formazione del clero e professore in seminario a Castellerio dove, da martedì sono in quarantena contumaciale 35 aspiranti parroci. Prodirettore di studio teologico, don Romanello non insegna soltanto sacra scrittura a Castellerio, ma è anche docente alle Facoltà teologiche di Milano e Padova, all’Istituto superiore di Scienze religiose e risulta essere tra i più accreditati esperti italiani di letteratura paolina.
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Proprio in una delle sue trasferte milanesi nelle vesti di docente, tra l’altro, il sacerdote avrebbe contratto il coronavirus. Una volta rientrato in Friuli, quindi, ha contattato il servizio di emergenza predisposto dal sistema sanitario regionale, con i professionisti del comparto che, una volta appurata la positività al tampone e alla seconda verifica, ne hanno deciso l’ospedalizzazione al Santa Maria della Misericordia.
Considerate le condizioni generali, però, è stato scelto il reparto di Malattie Infettive e non quello di Terapia intensiva riservato alle situazioni più gravi. I medici del sistema sanitario stanno ricostruendo i percorsi compiuti da don Romanello dal suo arrivo in Friuli a cominciare dalla partenza da Milano città che, a questo punto, diventa il terzo “ceppo” da cui sono partiti i contagiati friulani.
Il primo è quello dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove si è infettato il primo caso registrato in Friuli Venezia Giulia – parliamo dell’uomo di Gorizia risultato positivo sabato sera –, mentre il secondo, e al momento principale, riguarda l’università di Udine e, nel dettaglio, il convegno organizzato al palazzo di Toppo Wassermann il 20 e il 21 febbraio cui ha partecipato il docente piemontese dal quale è scattato il contagio in Friuli.
In seguito alla partecipazione a quel convegno, infatti, sono stati contagiati tre docenti dell’università di Udine – tra cui la moglie dell’assessore della giunta comunale di Remanzacco, Giorgio Bevilacqua che ha poi trasmesso il virus al marito e a un parente stretto –, due dell’Ateneo di Trieste, uno di Praga e – la notizia è di ieri – anche tre professori siciliani.
Il rettore dell’università di Catania, Francesco Priolo, ha infatti reso noto come tre docenti del Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente presenti, appunto, al congresso di Udine, sono risultati positivi al test del coronavirus. Nessuno di loro versa in gravi condizioni, e sono stati posti in isolamento domiciliare, ma l’Ateneo, di concerto con le autorità sanitarie regionali, ha disposto la chiusura delle sedi del Dipartimento fino alla giornata di sabato per provvedere alla disinfezione dei locali.
Il conto dei contagiati, quindi, è fermo a 13 persone come lunedì di cui otto a Udine – tra cui l’unico ospedalizzato, don Romanello come accennato –, due a Gorizia e tre a Trieste. Resta in piedi, invece, un caso dubbio – legato a una parente del ricercatore triestino che aveva partecipato al convegno dell’università di Udine venendo contagiato dal virus – su cui sono in corso approfondimenti da parte dei tecnici. I tamponi effettuati in regione da inizio crisi sono, infine, diventati in totale 346, mentre le persone attualmente in isolamento domiciliare sono cresciute dalle 193 della mattinata alle 208 della serata e sono pari a 107 in provincia di Udine, 45 in quella di Gorizia, 33 in quella di Trieste e 23 nel Pordenonese.
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