Cordovado accoglie il suo Marco e pensa a intitolargli una via

CORDOVADO. Una partenza con la felicità nel bagaglio per un nuovo lavoro, un rientro che fa male a una comunità. Tornerà giovedì 7 luglio nella “sua” Cordovado, da Roma dov’era atterrata dopo la partenza da Dacca, la salma di Marco Tondat.
La comunità, che continua a far sentire la propria vicinanza alla famiglia, sabato potrà rendergli l’ultimo saluto. Momenti di dolore, ma anche di voglia di reagire al disprezzo della vita.
Lo si è capito già nel corso della fiaccolata di martedì sera, nello sguardo addolorato ma carico di dignità della madre Gemma Drigo e delle circa 2 mila persone che le sono state accanto, che Marco e i suoi cari non saranno dimenticati a Cordovado, in Friuli e in Italia.
Molti, nel dolore della sua perdita e nella voglia di urlare contro il terrorismo, sentono ormai Marco e la sua triste storia come un simbolo. L’amico, il fratello o il figlio che se ne va per un futuro migliore e incontra sul suo destino chi, nel nome di un odio che non può essere dettato da alcuna religione o ideologia, quel futuro vorrebbe cancellare.
Chi rimane ha bisogno che il ricordo di Marco sia sempre presente: passato il momento delle lacrime al suo funerale, molti sarebbero d’accordo sull’intitolargli una via o un altro luogo simbolico del paese. Il posto dove emergono simili idee, raccogliendo adesioni o contrarietà, sono i social network: nel gruppo Facebook “Sei di Cordovado se...” la proposta dell’intitolazione ha raccolto soltanto apprezzamenti.
Un segno tangibile a livello locale di quanto si vorrebbe fare su più vasta scala, considerando che la presidente Debora Serracchiani ha detto di voler accompagnare la richiesta delle famiglie delle vittime friulane dell’attacco di Dacca di «riconoscimento di vittime del terrorismo davanti alle massime istituzioni».
Serracchiani che ha riferito di essersi confrontata con i parenti, che ha ringraziato per la dignità con cui stanno affrontando questi momenti.
Il sindaco Francesco Toneguzzo, come il fratello di Marco, Fabio Tondat, stava rientrando da Roma dopo aver accolto martedì, con le altre famiglie, i feretri, portati poi al Policlinico Gemelli. Momenti difficili.
«La Farnesina – ha riferito Toneguzzo – comunicherà giovedì mattina, alle 8, la presa in consegna della salma, da parte dell’agenzia incaricata del trasporto, per il ritorno a Cordovado».
Poi ci saranno i preparativi per le esequie, che saranno celebrate sabato, alle 16, nel duomo nuovo di Sant’Andrea, che martedì sera non è riuscito a contenere la folla che ha partecipato alla fiaccolata. Venerdì, alle 20, nello stesso luogo sarà recitato un rosario.
Sabato mattina, alle 10, sarà aperta la camera ardente nell'atrio del palazzo municipale. «Al funerale – ha continuato Toneguzzo – ci sarà le presenza dei vertici della Regione». Confermata la presenza del vicepresidente Sergio Bolzonello, da verificare quella della presidente Serracchiani.
L’intitolazione di una via? Troppo presto parlarne. «Non è escluso nulla – ha precisato il primo cittadino –, ma sono questioni che eventualmente concorderò con la famiglia. Ora abbiamo ben altro cui pensare, in seguito cominceremo a valutare anche questi aspetti».
Anche Fabio Tondat ipotizza una simile valutazione in futuro. Sulle dichiarazioni di Serracchiani ha aggiunto: «Non ne so nulla al momento. Se comunque ha indicato il riconoscimento, è cosa importante, giusta e dovuta».
La perdita è sentita anche in altri Comuni. Dopo i sindaci di Cordovado, Pordenone e San Giorgio, altri si dicono pronti a proclamare il lutto cittadino nel giorno delle esequie. Bandiere a mezz’asta, sabato, a Sesto al Reghena, forse anche a San Vito.
In quest’ultima cittadina il titolare del supermercato Conad, il cordovadese Antonio Facca, ha annunciato la chiusura del negozio dalle 15.30 alle 18: dimostrerà così la vicinanza alla famiglia Tondat, che conosce da una vita e in quanto Marco lavorò al supermercato per alcuni anni.
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