Cordenons, turnover tra profughi: 5 vanno e altrettanti arrivano

CORDENONS. Turnover in seno al gruppo di profughi (dieci afghani e un pachistano) che da novembre sono ospitati, su richiesta della Prefettura, nell’albergo “Antica Locanda” di via Sclavons a Cordenons. Il totale degli ospiti non muterà.
Cinque di loro verranno rinviati in altri paesi europei dove, prima di arrivare in Italia, avevano già presentato domanda di asilo politico, con ciò evidenziando un fattore già oggetto di dibattito in ambito locale e nazionale: l’Italia si conferma terra di transito per i flussi migratori, con destinazione il centro-nord Europa, e la percentuale di chi rimane nel nostro Paese è sempre più bassa.
Turnover. Al posto dei cinque immigrati con la valigia in mano, la Prefettura farà arrivare a Cordenons altrettante persone, anche in questo caso originarie dell’Afghanistan e del Pakistan, attualmente e temporaneamente ospitate in via Piave, a Torre di Pordenone. Avverrà a metà della prossima settimana. Nei giorni scorsi è risultato che il caso di questi cinque profughi fuggiti – come gli altri già ospiti della struttura ricettiva di Cordenons – dalla minaccia talebana e arrivati in Italia via terra, è di competenza di altri Stati europei.
I cinque che arriveranno da Torre subentreranno loro nel programma di accoglienza, così come nei corsi di lingua italiana. È quest’ultima una conquista che gli undici migranti di Cordenons avevano ottenuto a gennaio, dopo che si erano liberati dei posti nei corsi di italiano per stranieri già avviati all'istituto Mattiussi di Pordenone.
Non si cambia. Per la comunità di Cordenons, nulla cambia. Sempre in undici resteranno. Del resto, dopo un iniziale boom di polemiche da parte della destra cordenonese (Lega Nord e Forza Italia in particolare) pare che l’argomento non interessi più la politica cittadina. La presenza dei profughi in città ha finito, quindi, per passare inosservata, tranne che ai volontari della Caritas e dell’associazione Arcipelago, i quali fin da subito si sono mobilitati per offrire loro vestiario scarpe e biciclette. Da allora sono passati tre mesi.
E, mentre a Sacile la Lega Nord, partito di governo della città, è reduce da un sit-in di protesta contro l’arrivo di 14 profughi in riva al Livenza, a Cordenons il Carroccio, partito del sindaco Mario Ongaro, sull’argomento ha fatto calare il silenzio.
Dati fluidi. Sino a giovedì erano 149 i migranti ospitati nelle nove strutture di Pordenone e di altri otto paesi del Friuli Occidentale. Il loro è, però, un numero che muta quotidianamente. Se ne va circa l’80 percento di chi giunge in Italia, le mete sono i Paesi nordeuropei come la Germania e le nazioni scandinave, ma anche Gran Bretagna e Francia costituiscono alcuni dei principali punti di arrivo. A Cordenons, inoltre, solo tre degli 11 originari ospiti dell’Antica Locanda hanno già fissato l'udienza davanti alla Commissione Triveneto di Gorizia che dovrà esprimersi rispetto alla loro domanda di asilo: una a marzo, due ad aprile.
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