Contro-ribaltone all’Aifa: Ricchiuti eletto presidente

PORDENONE. L’Aifa (associazione italiana fra anziani), dopo i veleni, volta pagina: sfiducia il direttivo – dimissionario all’ultimo momento –, elegge i nuovi dirigenti, Giuseppe Ricchiuti è il nuovo presidente, e si mette al lavoro, intenzionata a riprendere già domani le attività di volontariato.
A Casa Serena, tre ore di assemblea, diretta dal “commissario” nominato dal tribunale, l’avvocato Francesco Ribetti, sono state sufficienti per «dimenticare il passato e tornare a fare quello che volevano i nostri fondatori, aiutare il prossimo».
I soci, intanto, hanno riammesso all’unanimità i loro “colleghi” espulsi dalla “vecchia” dirigenza, a partire dall’ex presidente Luciano Del Ben e da storici volontari che erano stati «allontanati senza motivo».
In lacrime la nonna vigile da 23 anni Angela Lespini: «Faccio volontariato da 33 anni, ma così non si può andare avanti. Perché succedono queste cose? Perché non dobbiamo volerci bene?».
Alessandro De Sibio, già responsabile del servizio trasporti, se n’era andato da una istituzione che «avevo sempre considerato come una figlia. Eravamo stati azzerati: dove stavano solidarietà e accoglienza? Avevano cacciato 22 persone, nessun nuovo socio si era avvicinato all’Aifa. Vogliamo chiederci il perché?».
Sulla stessa lunghezza d’onda Adalberto Cornacchia: «Non condividevo l’operato di presidente e vice. Io lo dissi e da quel giorno non misi più piede in associazione».
Giuseppe Ricchiuti invita a voltare pagina: «Mettiamo una pietra sopra a quanto accaduto e torniamo ai valori di origine dell’Aifa. Torniamo a lavorare, che c’è tanto da fare».
Nell’esecutivo, riunitosi subito dopo la proclamazione degli eletti (77 votanti e 12 per delega), segretario è stato indicato Luciano Del Ben: «Recuperiamo i rapporti col personale, ridiamo efficienza all’apparato organizzativo, rispettiamo i volontari, consolidiamo i rapporti con gli enti».
L’ex presidente, Dario Covre, d’intesa con il passato esecutivo, non aveva inteso convocare un’assemblea chiesta, come da statuto, da oltre il 10 per cento dei soci. Questi si erano rivolti al tribunale, che ha dato loro ragione.
L’altra sera, le dimissioni del presidente, della vice Rosa Fasulo, e di quanto restava dell’esecutivo ormai a pezzi. Nonostante l’addio all’ultimo momento, l’assemblea ha votato una sfiducia schiacciante: solo due voti a favore e due astenuti, per la passata dirigenza; oltre 70 i contrari.
Durante i lavori, registrati, è stata data lettura di alcune lettere anonime: raccontano episodi a tratti boccacceschi, di presunti «maltrattamenti, persecuzioni, addirittura palpeggiamenti».
Il “commissario” non ha mancato di appuntare lacune: «Mi è stato impedito di avere il saldo di banca: il tesoriere ha detto che il presidente non intendeva fornirlo. Dal punto di vista amministrativo ho trovato un po’ di disordine. Il libro soci non esiste, quello delle delibere è costituito da fogli sparsi».
Il neo eletto esecutivo si è riunito subito dopo l’assemblea. Ha deciso di riprendere i trasporti anziani da martedì. I volontari – i soci sono quasi 200 – ne effettuano oltre 4 mila l’anno, in convenzione con enti pubblici, Comune di Pordenone compreso.
Con una raccomandata del 19 novembre il presidente sfiduciato ne aveva comunicata la sospensione da domani. Il nuovo esecutivo si è messo subito al lavoro: «Da martedì si riparte coi trasporti». E si volta pagina.
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