Continuità assistenziale con 5 giovani medici

SACILE. Cinque giovani medici, la riforma sanitaria e il bilancio 2016 a Sacile: nel reparto Sip, la struttura intermedia funzionale è promossa. I camici bianchi di continuità assistenziale sono Sonia Nocente, Anna Pozzatello, Annamaria Mezzarobba, Fabiana Manazzone e Ivan Rizzetto, diplomati alla Scuola di formazione in medicina generale a Monfalcone e in servizio in via Ettoreo. «Dopo otto mesi il bilancio è positivo – hanno detto –. La struttura residenziale sperimentale è derivata dalla riconversione della medicina di Sacile».
La gestione clinica degli ospiti in 28 posti letto è affidata agli internisti ospedalieri e ai cinque di continuità: garantiscono assistenza sulle 24 ore, sette giorni su sette. «La Sip è un innovativo modello intermedio, tra il ricovero ospedaliero per acuti e altre risposte assistenziali domiciliari (Adi) o residenziali (Rsa) – hanno dettagliato i medici –. L’obiettivo è quello di costruire una rete dei servizi sanitari mirata alla gestione dei bisogni clinici, assistenziali e riabilitativi degli anziani». La Rete delle cure intermedie diretta dal dottor Giorgio Siro Carniello ha creato strutture residenziali coordinate e fa da ponte tra l’ospedale per acuti e il domicilio. «Il paziente e la famiglia sono al centro del sistema di cura – è la diagnosi dei medici della Sip –. In prevalenza anziani fragili, multiproblematici. Il paziente è accolto nella struttura in seguito a segnalazione dall’équipe composta da medico, infermiere e fisioterapista. Entro 48 ore l’équipe si riunisce e discute il percorso di cura, cioè il piano assistenziale individuale, che viene condiviso con l’assistito e anche i familiari».
La Sip è una struttura residenziale in cui le porte sono sempre aperte: non ci sono rigidi orari di visita e di colloquio. «Affrontiamo ogni giorno nuove sfide con passione, entusiasmo e coraggio, con la voglia di crescere – hanno concluso i cinque medici –. Siamo grati agli ideatori del progetto Giorgio Siro Carniello, Stefano Baracetti, Annamaria Mezzarobba, Catia Davanzo e al direttore dell’Aas 5 Giorgio Simon».(c.b.)
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