Contatori sui termosifoni 1.100 condomini coinvolti

Meno sprechi, meno dispersione, abbassamento dei livelli di inquinamento. Muove da qui la rivoluzione nella contabilizzazione dei consumi del calore nei condomini con impianto di riscaldamento centralizzato, che abbiano almeno quattro unità immobiliari con proprietari differenti. A Gorizia e in provincia sono coinvolti 1.100 stabili circa: palazzoni (e in città ce ne sono tutto sommato pochini), ma anche condomini con multiproprietà e un numero di appartamenti contenuto.
La novità principale? In ogni locale sarà possibile “personalizzare” la temperatura, con un abbattimento degli sprechi e un maggior controllo - dunque - sui costi. Sarà necessario installare, su ciascun termosifone un dispositivo per la misurazione dei consumi e la regolazione delle temperature. Costo? Circa 65 euro per ciascun apparecchio.
La normativa
Il nuovo provvedimento interviene, in particolare, sulle modalità di suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento, il raffreddamento delle unità immobiliari e delle aree comuni nonché per l'uso di acqua calda per il fabbisogno domestico. Secondo il provvedimento originario, l’importo complessivo doveva essere suddiviso tra gli utenti finali in base alla norma tecnica Uni 10200. «Ma per risolvere i problemi da tale unica modalità di suddivisione, rilevati in particolare nelle estremità degli edifici, il decreto correttivo consente ora – spiega una nota di Confedilizia – di suddividere l’importo complessivo attribuendo una quota di almeno il 70 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica. In tal caso, gli importi rimanenti potranno essere ripartiti, “a titolo esemplificativo e non esaustivo”, secondo i millesimi, i metri quadri o i metri cubi utili, oppure secondo le potenze installate. Mentre resta salva la possibilità, per la prima stagione termica successiva all’installazione dei dispositivi in questione, che la suddivisione venga effettuata in base ai soli millesimi».
Più di mille condomini coinvolti
«Sono oltre mille gli stabili toccati dalla normativa», spiega il presidente provinciale di Confedilizia, Carlo del Torre. «Gorizia in particolare ha tutta una serie di palazzi degli anni Sessanta e Settanta che saranno chiamati a provvedere all’adeguamento. I termini della norma? Come al solito si è deciso di recepire una direttiva europea senza calarla sulla realtà italiana: il tipo di provvedimento è decisamente tagliato sulle modalità di consumo e sulla realtà immobiliare del Centro Europa».
Le novità e i costi
In sostanza viene modificata la ripartizione dei millesimi e dei costi di gestione del servizio di riscaldamento centralizzato. Ciò permetterà non solo un contenimento delle spese, ma anche un maggiore risparmio energetico e un minore inquinamento. Il che significa anche, ipotizzando un condominio con più appartamenti, che la “bolletta” sarà differenziata tra i diversi inquilini, sulla base reale dei consumi. In ogni locale sarà possibile “personalizzare” le temperature, sempre, naturalmente, nel limite delle ore di erogazione della centrale termica, che in Italia raggiunge le 14 giornaliere.
Secondo la media regionale, considerando che un’unità immobiliare è dotata di circa sette corpi scaldanti e su ognuno va applicato un dispositivo la spesa per l’adaguamento dovrebbe oscillare tra i 600 e i mille euro, in base alla tipologia d’impianto e di testina che verrà adottata.
Il prezzo di un contatore raggiunge mediamente i 65 euro (iva esclusa), ai quali va aggiunto il costo della testina termostatica che può essere manuale – 16 euro più iva – o elettronica, da 58 euro in su, ma che permette una maggiore libertà nell’impostazione degli orari. Sono previste detrazioni fiscali per chi installa dispositivi, ma anche per chi sostituisce la centrale termica (fino al 65 per cento). I tempi? Entro il 15 ottobre - data in cui inizia la stagione invernale per la legge - i proprietari degli immobili interessati dovranno adeguarsi.
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