Consultori “vietati” alle donne over 50

PORDENONE. «Buongiorno, vorrei prenotare una visita ginecologica». Risposta: «Quanti anni ha?». «Più di 50». «Mi dispiace allora non possiamo darle l’appuntamento. Per una direttiva aziendale possiamo seguire solo le donne in età fertile. Per una questione di risorse è stato deciso così. Mi dispiace, salvo nuove disposizioni non possiamo fare diversamente».
Possibile? Provare per credere. Se si prova a chiamare il consultorio di Pordenone, quello di Azzano Decimo, di Sacile o Aviano o San Vito (parliamo di strutture pubbliche che fanno parte dell’azienda per i servizi assistenziali numero 5) la risposta non cambia. Perché l’azienda di riferimento è unica e i problemi sono esattamente gli stessi. Problemi di budget.
«E’ una prassi adottata in tutti i consultori pubblici della nostra provincia – chiarisce l’operatrice di turno –. Purtroppo le risorse negli anni si sono ridotte e quindi si è deciso di concentrare la prevenzione nella fascia giovanile e in quella delle donne in età fertile». Della serie, verrebbe cinicamente da dire, superata una certa età la salute della donna vale meno. Alla faccia dei dati anagrafici che registrano un progressivo aumento nella fascia d’età sopra i 50 anni.
Ma è così dappertutto? La curiosità è femmina per cui tanto vale togliersi ogni dubbio. Chiamando il consultorio dell’azienda sanitaria 4 a Udine, la risposta è la stessa. «Anche noi non prendiamo più appuntamenti – ci spiega una operatrice molto cortese – per disposizioni aziendali. Perchè? Il problema è sempre quello delle risorse. Sono poche e quindi nell’ambito dei piani aziendali si decide di concentrarle su una determinata fascia della popolazione. Purtroppo è così».
Ma vuoi che sia così anche a Trieste dove il tasso di invecchiamento della popolazione è tra i più alti d’Italia? Ovviamente no. In uno dei consultori che fanno riferimento all’Ass 1, spiegano che non possono prendere appuntamenti per le utenti di fuori provincia, ma che alle residenti nell’area giuliana la visita di controllo è garantita anche dopo i 50 anni.
Ma perché è importante poter accedere a queste visite tramite consultorio? Perché fanno parte dell’offerta sanitaria – ormai sempre più ristretta – che viene data gratuitamente. Le donne che si rivolgono al consultorio non pagano la visita medica.
Una donna che ha più di 50 anni e che magari fa parte dell’ampia platea di disoccupati, fa più fatica a spendere per una visita di controllo per sè, perché magari ha dei figli da mantenere e da curare e i pochi soldi con cui deve barcamenarsi preferisce spenderli per la salute dei propri ragazzi. La prevenzione, tanto auspicata, viene immediatamente a calare. Che alternativa hanno queste donne?
Il consiglio che danno gli stessi consultori familiari è quello di chiamare il centro di prenotazione unico regionale e prenotare una visita in ospedale. La prestazione viene data in tempi tutto sommato ragionevoli – chiamando questa settimana la prima data utile, all’ospedale di Pordenone, era il 7 maggio – e, chi ha un problema grave, può sempre ottenere l’urgenza tramite prescrizione del medico di base. La visita, che si prenota tramite Cup, viene pagata 39 euro di ticket. Quel ticket che da più parti la politica si era impegnata ad abolire, ma che è ancora in vigore. Resta poi sempre la visita a pagamento: la si può ottenere in un paio di giorni e la spesa media si aggira sui 100 euro. In caso di esami diagnostici il conto naturalmente sale. Ma si sa, la salute si paga.
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