Consorzio universitario Si muove Bolzonello

La volontà di mantenere l’università a Pordenone «è nota e non è cambiata». L’incontro con i vertici del Consorzio «avverrà appena possibile» ma il sostegno economico non potrà essere una partita da...
FOTO MISSINATO - PALAZZO BADINI CONVEGNO
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La volontà di mantenere l’università a Pordenone «è nota e non è cambiata». L’incontro con i vertici del Consorzio «avverrà appena possibile» ma il sostegno economico non potrà essere una partita da giocare nell’assestamento di bilancio. Il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, in piena attività per dare risposte al mondo produttivo, ha l’occhio vigile su Pordenone e non dimentica l’Università per cui tanto si è battuto da sindaco. «Ho ricevuto una richiesta di incontro dal presidente Amadio e mi attiverò per favorirne uno rapido, con l’assessore all’Università e il collega Panontin, per affrontare la situazione. La volontà di mantenere ben salda la presenza degli studi universitari a Pordenone è ben nota, ma va vista nel complesso». Un quadro che non può prescindere dal coinvolgimento dell’ateneo friulano. Bolzonello nel frattempo promuove la linea seguita dal Consorzio per riorganizzare struttura e soprattutto conti. «Condivido la linea del presidente Amadio sia sotto il profilo della ristrutturazione contabile, sia per quel che riguarda l’indirizzo “politico” ovvero le linee strategiche«.

Il Consorzio, oltre ad aver tagliato spese per 600 mila euro, ha ricalibrato l’offerta, come sottolineato anche dai revisori dei conti. Il futuro potrà essere segnato solo dalla didattica tradizionale: master e costi di specializzazione potranno essere proposti solo se arriveranno a costo zero per il consorzio. Per il master in design dell’Isia è stato possibile mentre è stato cassato quello con il politecnico di Milano il cui rapporto costi benefici, ha evidenziato Amadio, era insostenibile. il Consorzio è riuscito a salvare un servizio indispensabile come la mensa arginando un pre-contenzioso con la ditta fornitrice dei pasti. La convenzione in atto forniva un numero indicativo di pasti pari al doppio di quelli serviti. Per questa ragione il gestore voleva lasciare. Il problema per fortuna è rientrato. (m.m.)

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