Condannato a nove anni per due crac

I fallimenti contestati riguardavano aziende di Sacile di cui era amministratore un quarantenne della città sul Livenza

SACILE. Per due distinti fallimenti, con conseguente ipotesi di reato di bancarotta, rimedia due condanne in un giorno per un totale di nove anni di reclusione e la revoca di alcune condizionali precedenti.

Protagonista, suo malgrado, dei procedimenti trattati davanti al tribunale in composizione collegiale di Pordenone, Christian Casagrande, quarantenne di Sacile, difeso d’ufficio in un caso dall’avvocato Emanuele Centazzo, dall’altro da Federica Tatti.

Il primo procedimento riguardava il fallimento della società Le Vigne srl; il crac della società con sede a Sacile era stato dichiarato il primo marzo 2012. In ballo, in questo caso, 1,5 milioni di euro, con ipotesi di reato contestate dalla procura che andavano dalla bancarotta ad alcuni episodi di distrazione, nonché l’omissione di dichiarazioni e di tenuta della contabilità dell’azienda. In questo caso il quarantenne è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, senza benefici.

Subito dopo il tribunale ha affrontato il secondo procedimento, relativo al fallimento della società Vini Le Vigne srl, con sede a Topaligo, dichiarata fallita nel 2009. L’uomo, in qualità di amministratore, avrebbe occultato libri contabili e distratto beni aziendali, nonché fatto ricorso abusivo al credito per un buco di circa 2,5 milioni di euro.

Christian Casagrande era inoltre accusato di truffa relativamente all’acquisto di grandi quantità di vini da alcuni fornitori, che sarebbero stati pagati con assegni scoperti e finiti in protesto.

Dall’accusa di truffa, il tribunale lo ha scagionato, dichiarando il non luogo a procedere per assenza di querela: secondo il difensore Emanuele Centazzo, infatti, al più si sarebbe potuto trattare di insolvenza, in quanto gli assegni erano stati dati dopo la consegna del materiale ordinato.

La sentenza di condanna – tre anni e sei mesi di reclusione – è stata pronunciata, invece, per le ipotesi di reato di distruzione dei libri contabili e ricorso abusivo al credito. L’uomo, infine, è stato assolto dall’accusa di distrazione.

Complessivamente, dunque, l’ex amministratore delle due aziende è stato condannato a nove anni di reclusione.

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