Condannati i Krampus, ma è “guerra” di testimoni

Donna ferita alla sfilata di Tarvisio: causa civile e inchiesta penale si incrociano. Pm e Gip sottolineavano i dubbi sulle dichiarazioni delle amiche della donna.
Bumbaca Gorizia Ospiti di Lienz
Bumbaca Gorizia Ospiti di Lienz

TARVISIO. Faceva discutere prima, lo farà ancor di più adesso la sentenza che condanna l’Associazione per la festa di San Nicolò e dei Krampus a risarcire 40 mila euro a una signora udinese “ferita” durante la sfilata dei “selvaggi” il 5 dicembre 2006. Anche perché si annuncia una “guerra” di testimoni, molto più agguerrita di quella che finora c’è stata con denunce e indagini penali sulle quali gli stessi magistrati inquirenti avevano sollevato dubbi.

Il fatto Quel pomeriggio la signora Gianna Maria Zuccaro decideva di assistere alla sfilata dei Krampus, ma poi finiva al poliambulatorio con la frattura d’una vertebra e una tumefazione al capo. Spinta da un Krampus – diceva lei – solo perché intervenuta in difesa d’una ragazzina che le stava prendendo dallo stesso figurante.

La causa Si andava così in causa davanti al giudice civile dottor Fabio Luongo. Contrapposti gli avvocati Maurizio Miculan per la signora e Mario Occhialini per l’associazione tarvisiana degli “uomini caproni”. Ognuno con la propria versione testimoniale che metteva sul piatto della bilancia del giudice due ricostruzioni dei fatti assolutamente contrastanti.

I testimoni Secondo la signora e due sue amiche che erano con lei, un Krampus l’aveva violentemente fatta cadere a terra e poi dileggiata. Per gli altri testimoni si trattava invece – in sintesi – d’un indietreggiare della folla compatibile con la concitazione del momento.

Le denunce Ecco allora che gli atti relativi alle due testimonianze portate dall’associazione Krampus finivano sotto la lente d’ingrandimento della procura, sospettate d’essere false. Ma qui nasce il problema presente e futuro. Quello presente perché per il giudice che le ha analizzate – e che a sua volta aveva trasmesso gli atti alla procura – c’era ragione di credere alla versione della signora ferita. Problema futuro perché proprio dalle carte penali arriva un’ombra che potrebbe ribaltare la situazione.

Verità o bugie? Nella richiesta d’archiviazione sottoscritta dal pubblico ministero Letizia Puppa e poi accolta dal Gip Lorenzo Massarelli nei confronti dei testimoni portati dai Krampus si dice espressamente che rimane incerta la dinamica della caduta della signora, che c’era già buio al momento del fatto e che quindi la caduta accidentale sarebbe la versione più verosimile. Non solo: il Pm stesso sottolinea la scarsa attendibilità delle amiche della signora Zuccaro. Circostanza rimarcata infine dal Gip nel suo decreto d’archiviazione.

L’appello Ci sono altri testimoni che hanno ribadito l’estraneità dei Krampus ai fatti, che non è stato possibile introdurre nella causa di primo grado. Su questi si fonderà l’appello. Per la difesa dell’associazione si tratta d’una sentenza molto ben motivata, ciò non toglie che dal punto di vista difensivo dei Krampus abbia alcuni passi che portano a una condanna tutt’altro che condivisibile. Il riferimento è appunto al fatto che il giudice civile non ha potuto più verificare i forti dubbi sottolineati da Pm e Gip sulle versioni delle amiche della signora.

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