Concorsi truccati, l’inchiesta si allarga

di Enri Lisetto
Si allarga l’inchiesta della procura di Pordenone sui concorsi per aspiranti agenti di polizia municipale, partita dalla selezione per un posto di vigile a Caneva attraverso il concorso indetto dal Comune di Porcia.
Bocche cucite a palazzo di giustizia, dove il procuratore facente funzioni Federico Facchin – che coordina l’inchiesta sviluppata con il pubblico ministero Piera De Stefani e il Reparto operativo provinciale dei carabinieri guidato dal colonnello Walter Rossaro – anche ieri ha lavorato sul materiale sequestrato il 19 giugno scorso sia nel municipio di Porcia (estraneo al reato contestato di rivelazione di segreto d’ufficio), ovvero i verbali del concorso, sia nelle abitazioni e negli uffici dei tre vigili posti agli arresti domiciliari l’altra mattina dal giudice per le indagini preliminari Patrizia Botteri, documenti e computer personali: il comandante della polizia municipale di Sacile capitano Luigino Cancian, l’omologo della polizia municipale di San Daniele del Friuli tenente Leonardo Zucchiatti e il maresciallo della polizia municipale di Pordenone Francesco D’Angelo. Sono accusati di avere favorito due candidati, denunciati a piede libero per lo stesso reato, fornendo loro le tracce delle prove scritte e orali del concorso. L’impressione è che la procura intenda chiudere al più presto l’inchiesta dai cui atti, a quanto pare, potrebbero emergere nuovi filoni d’indagine.
La procura e i carabinieri starebbero vagliando anche altri concorsi ai quali risulterebbe essere stato commissario il comandante della polizia municipale di Sacile Cancian (attivo nel Corpo anche attraverso molteplici altre attività tra cui l’insegnamento ai corsi di sicurezza stradale rivolti ad aspiranti vigili, agenti in servizio e scolaresche) ed eventuali prove alle quali potrebbero avere partecipato i due denunciati: Alessandro Furlan, 39 anni, di Oderzo, “raccomandato”, secondo la procura, da D’Angelo di cui è nipote, e Stefano Lipizer, 29 anni, di Moruzzo, “caldeggiato” da Zucchiatti (quest’ultimo aveva partecipato ad altri bandi, non risultando idoneo). Non è escluso, inoltre, che gli investigatori ascoltino alcuni dei 137 aspiranti vigili che si erano iscritti al concorso: finora nessuno di loro ha presentato esposti o denunce.
L’attività investigativa di procura e carabinieri si è svolta attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché pedinamenti: e proprio un incontro tra gli indagati avrebbe spinto la procura a chiedere al gip la custodia cautelare, per impedire una difesa concordata tra i tre e, di conseguenza, un inquinamento delle prove. Alcune intercettazioni telefoniche, inoltre, potrebbero avere fornito ulteriori spunti d’indagine legati a questo concorso e ad altri. Un punto fermo: per portare a termine la “raccomandazione” contestata non vi è stato alcun passaggio di denaro o beni di altro genere.
Gli interrogatori di garanzia dei tre agenti ai domiciliari non si terranno prima di lunedì e comunque entro martedì: nel frattempo i difensori di Cancian (l’avvocato Paolo Dell’Agnolo), Zucchiatti (Bruno Simeoni) e D’Angelo (Antonio Pedicini) studiano l’ordinanza di custodia cautelare (7 pagine) e la strategia difensiva che porterebbe a chiedere la liberazione dei loro assistiti al gip e, qualora giungesse un diniego, al Riesame.
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