Con il Fai alla grande scoperta dei “tesori” nascosti in Friuli - Foto

UDINE. Lunghe file, tempi di attesa che hanno raggiunto anche un’ora. L’edizione 2015 delle Giornate Fai di Primavera potrà essere ricordata come una delle più fortunate, si sono infatti superate abbondantemente le 12 mila presenze.
Determinante il clima primaverile che, sabato, ma ancora di più ieri, ha convinto le famiglie e uscire di casa per fare un tuffo in una realtà inedita di località come Udine, Gemona, Cividale e Palmanova che hanno selezionato piccoli gioielli architettonici pubblici e privati per dischiuderne le porte al grande pubblico.
A fare la parte del leone, inutile dirlo, è stata Udine, che ieri ha accolto circa 4.500 visitatori, sono stati 4.000 nella giornata di sabato. «L’affluenza maggiore – fa sapere la capo delegazione Laura Stringari – è arrivata al pomeriggio, quando i tempi di attesa si sono allungati, principalmente al Rifugio antiaereo del Giardino del Torso dove, per motivi di sicurezza, potevamo far entrare 18 persone alla volta».
Notevole il lavoro della protezione civile che ha gestito la situazione con grande efficienza.
Giovani, anziani e famiglie con bambini hanno atteso pazientemente in fila. Piazza Garibaldi è stata invasa da una folla in attesa di scoprire i segreti di Palazzo Antonini Mangilli del Torso, dove il percorso di una quarantina di minuti prevedeva la visita esterna, quella al giardino del Torso e la visita interna con un momento musicale. Per snellire i tempi si sono organizzati gruppi più nutriti che hanno raggiunto anche le 30 persone.
«Molto apprezzato anche il giardino segreto di casa Orgnani in via Marinoni – rivela Stringari –, ha stupito il pubblico con le sue bellezze che si sono dischiuse dietro a un portone. A Palazzo Tinghi, in via Vittorio Veneto, che ha segnato un’importante pagina di architettura udinese, lo studio di Domenico Bortolotti è stato accostato a quello degli eredi segnando la progressiva evoluzione di un’attività professionale ormai entrata nell’era dei computer.
La collaborazione con l’Associazione design italiana ha permesso di allestire un’interessante esposizione di oggetti all’interno».
Ottima l’affluenza anche al convento di San Francesco della Vigna, apprezzate le aperture speciali riservate agli iscritti Fai al duomo, alla sacrestia dei canonici e alla cappella Arcoloniani. Una sessantina i volontari coinvolti per la piena riuscita dell’iniziativa con il determinante contributo di 400 studenti ciceroni formati appositamente dal Fai che, dallo Stringher, al Sello, allo Stellini, solo per citarne alcuni, sono stati impegnati in prima persona.
Gemona ha registrato oltre 1.800 presenze nella “due giorni”. Per celebrare il 40° anniversario del terremoto e raccontare la storia del sisma e della ricostruzione sono stati aperti il Convento di Sant’Antonio, il Duomo di Santa Maria Assunta e il suo lapidario, il Convento di Santa Maria degli angeli, la Chiesa di Santa Maria del Fossale, il castello e il Lab terremoto.
Un migliaio i visitatori a Palmanova che si sono alternati al Palazzo del Monte di Pietà, al Palazzo dei Provveditori, generali con annessa Loggia della Gran Guardia e Piramide della Verginità. Sulla stessa lunghezza d’onda Cividale, dove ieri pomeriggio la Chiesa di San Francesco e quella di San Pietro ai Volti hanno registrato un discreto numero di ingressi, apertura speciale infine per la chiesa di San Giovanni Battista.
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