Comunità montana, guai per la paga al direttore

MANIAGO
L’ex giunta della Comunità montana del Friuli occidentale, un funzionario e il precedente direttore generale sono finiti nei guai a seguito dell’incarico affidato proprio a quest’ultimo. Sotto accusa lo stipendio e il rimborso spese per gli spostamenti da casa al lavoro riconosciuti al dirigente nel periodo 2005-2007 che si traducono nella richiesta, da parte del vice procuratore generale della Corte dei conti di Trieste, Emanuela Pesel Rigo, di un maxi risarcimento, a favore della Comunità montana, di 213 mila 44,11 euro, oltre a rivalutazione, interessi e spese del contenzioso. Rinviati a giudizio l’ex direttore generale, Ivo Di Gregorio, gli ex sindaci di Budoia, Antonio Zambon, Cavasso, Michele Bernardon, Pinzano, Luciano De Biasio, e Maniago, Emilio Di Bernardo, il primo cittadino di Meduno, Lino Canderan, oltre a Danilo Della Valentina, che all’epoca dei fatti svolgeva il ruolo di segretario dell’ente di cui gli amministratori erano componenti di giunta. Archiviata, invece, la contestazione nei confronti di Franco Protti, già vice sindaco a Cimolais, perché nella seduta di giunta nella quale è stato affidato l’incarico era assente.
La vicenda nasce da un analogo contenzioso nei confronti dello stesso Di Gregorio e della Comunità montana di Torre Natisone e Collio per stipendi esagerati, conclusosi con una sentenza di condanna nei confronti dei convenuti pronunciata l’anno scorso. Proprio a seguito di tali indagini e anche per effetto di una segnalazione anonima, la Procura della Corte dei conti è venuta a conoscenza che, dopo la risoluzione anticipata consensuale del rapporto con la Comunità montana dell’udinese, Di Gregorio, il 13 gennaio del 2005, aveva stipulato un analogo contratto con la Comunità montana del Friuli occidentale.
A Di Gregorio, che già esercitava a scavalco, è stato riconosciuto uno stipendio annuo di 140 mila euro lordi, oltre al rimborso delle spese per l’uso dell’auto personale per raggiungere la sede di lavoro fino a un tetto massimo di 10 mila euro annui. Troppi secondo la Procura della Corte dei conti, perché in realtà la retribuzione contrattuale poteva raggiungere al massimo 82 mila 632,98 euro annui e solo validi motivi, che i magistrati contabili non hanno ravvisato, avrebbero giustificato un aumento. Tenuto conto che il rapporto è durato fino alla fine del 2007, il danno erariale è stato stimato in 175 mila 65,55 euro. Altri 37 mila 978,56 euro sono relativi ai rimborsi spese, riconosciuti dal contratto, congelati a seguito dei rilievi dei revisori dei conti della Comunità montana e sbloccati da sentenza del tribunale di Pordenone al quale Di Gregorio si era rivolto.
Nelle loro memorie gli amministratori hanno eccepito che il riconoscimento di uno stipendio di 140 mila euro rientrava nei limiti della discrezionalità consentita alla giunta, mentre Della Valentina ha replicato che il suo ruolo era solo di verbalizzante di decisioni altrui. Tesi non condivise dalla Procura che considera «scellerata la supina acquiescenza alla corresponsione di un corrispettivo spropositato e del rimborso spese». Fatti i conti, la Procura chiede un risarcimento pari a 174 mila 233 euro a Di Gregorio, già condannato per la vicenda delle Valli del Natisone, perché per la sua esperienza non poteva non sapere che il contratto era illecito fino a chiedere il rimborso con sentenza del tribunale delle spese di viaggio. Ai 5 ex sindaci viene chiesto il rimborso di circa 35 mila euro e poco meno di 4 mila euro a Della Valentina, senza contare interessi e spese di giudizio. La prima udienza del processo, che si terrà a Trieste, è stata fissata per il 15 dicembre.
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