Comunità collinare: ora la vera sfida è mantenere l’unità

Celebrati ieri i cinquant’anni della storica alleanza Il presidente: progettiamo il rilancio dei nostri 15 Comuni
COLLOREDO DI MONTE ALBANO. «Nella fase in cui l’assemblea è attraversata da diverse criticità è necessario un approccio unitario, superando le difficoltà determinate dalla diffidenza tra chi ha aderito o meno alle Uti e dalla vicinanza delle elezioni. Ora è importante pensare ai contenuti non ai contenitori: litighiamo sulle idee non sulla forma». È nelle conclusioni del convegno dedicato ai 50 anni della Comunità collinare del presidente dell’assemblea dei sindaci Roberto Pirrò una delle basi gettate per il prossimo futuro della Comunità collinare che ieri nel castello di Colloredo ha celebrato il suo mezzo secolo di vita.


Una festa che si è divisa in tre momenti: il convegno su “Una storia, un cantiere per il futuro”, l’intitolazione delle sale convegni e assemblea a due dei suoi fondatori, rispettivamente, al primo presidente Titta Metus e a Giovanni Melchior a capo del consorzio nel 1994 e l’inaugurazione della mostra fotografica che sarà portata in tutti e 15 i Comuni che compongono la Collinare. Una giornata di festa, dunque, dove i toni aspri e le polemiche legate alla riforma degli enti locali sono rimasti fuori dalla porta, lambite solo marginalmente.


A Colloredo ieri amministratori di ieri e di oggi, personale dipendente e rappresentanti di Regione e Provincia, rappresentanti di enti del territorio per festeggiare il sodalizio spontaneo che raccoglie oggi circa 50 mila abitanti e che, come è stato ricordato più volte nei diversi interventi, è nato spontaneamente grazie alla lungimiranza di alcuni amministratori locali di allora.


«Un progetto sociale, economico e amministrativo – ha ricordato l’attuale presidente del Cda Mirco Daffarra – che è stato il primo in regione e il secondo in Italia, che ha raggiunto importanti successi. Qui oggi parliamo del lavoro fatto, del modello associativo e cerchiamo di delineare il domani sul ruolo che potrà svolgere. Da qui dobbiamo prendere lo spunto per disegnare il futuro, per il rilancio dei nostri 15 Comuni, per partire con idee e progettualità».


Dallo slogan coniato quando il Consorzio ha mosso i suoi primi passi, ha preso le mosse l’intervento di Roberto Molinaro, già presidente del Consorzio: «Un territorio, una politica, una storia – ha ricordato Molinaro -. Tutto parte da qui. Difficile il contesto storico in cui è nata la Collinare, ma a prevalere è stata la volontà di unire un territorio omogeneo». Molinaro ha poi parlato delle prime scelte compiute relative alla realizzazione del Centro sociale a Fagagna e dell’impianto di compostaggio di Rive D’Arcano e del ruolo giocato dopo il sisma del ’76.


«Era il 10 maggio 1976 – ha ricordato –, a Majano quel giorno erano stati celebrati i funerali delle vittime e i sindaci di allora si riunirono per capire cosa fare. Nel luglio del 1976 arriva il riconoscimento a soggetto giuridico, da lì parte la dimensione territoriale. Il territorio infatti fu considerato il primo elemento al quale la politica doveva dare delle risposte». I professori Marco Marpilllero e Francesco Marangon dell’Università di Udine infine hanno approfondito il modello associativo e le sfide del futuro. Marangon ha chiuso ricordando un noto proverbio africano: «Se volete andare in fretta andate da soli ma se volete andare lontano andate insieme».


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