Comprava carne, giochi e stufe firmando assegni falsi: condannato

UDINE. Cambiava versione a seconda della merce che intendeva portarsi a casa: c’era la volta in cui si presentava come rappresentante di un asilo e quella in cui non esitava a spacciarsi per un imprenditore. Tutto falso, esattamente come gli assegni che sottoscriveva per saldare i conti. Perché non erano suoi e non potevano neppure essere negoziati, in quanto parte di un carnet denunciato come smarrito.

Alla fine, a furia di seminare raggiri in Friuli, Daniel Peri, 39 anni, di Trieste, era stato riconosciuto e denunciato. E venerdì 12 febbraio, il processo con rito abbreviato celebrato a suo carico davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Carla Missera, si è chiuso con una condanna a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione e 1000 euro di multa. Nel procedimento nessuna delle persone offese si era costituita parte civile.

Riconosciuto colpevole di sei delle venti imputazioni che il pm Paola De Franceschi gli aveva contestato, Peri - sul quale pesava la recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, era stato chiamato a rispondere di truffa, falso in assegno, sostituzione di persona e ricettazione.

Moderatamente soddisfatto dell’esito della sentenza, che comunque valuterà se impugnare, il difensore, avvocato Antonio Montanari, di Gorizia, aveva chiesto e ottenuto il non doversi procedere in relazione non soltanto alle ipotesi di falso, ma anche a quelle in cui gli assegni asseritamente ricettati erano risultati di proprietà del fratello (che ne aveva appunto denunciato lo smarrimento), visto che in entrambi i casi il reato è procedibile a querela. Che nessuno, evidentemente, aveva presentato.

Gli episodi risalgono alla seconda metà del 2017. Operando sempre con la medesima strategia, Pieri era riuscito a farsi consegnare circa 600 giocattoli (valore complessivo di 1.497 euro) da una ditta di Tavagnacco, raccontando servire a una premiazione in un asilo di Manzano, 60 chili di carne (423 euro) da una macelleria di Udine, quale fornitura per una società sportiva, e due stufe a pellet (3.130 euro) da una ditta di Pradamano, come proprietario di una ditta di manutenzioni di vario genere.

Infine, da una ditta di Porpetto aveva acquistato diversi tagli di carne, che aveva spiegato essere destinati a una festa privata tra cittadini serbi e che, non a caso, aveva pagato con due assegni per complessivi 2.271 euro intestati alla ditta di un serbo.

Rispetto a quest’ultimo caso di ricettazione, l’unico rimasto in piedi nel processo, la difesa aveva chiesto l’assoluzione quantomeno con la formula del dubbio, non avendo gli inquirenti accertato come l’imputato fosse venuto in possesso di quegli assegni e, quindi, se provento di reato.

Nel procedimento è coinvolto anche, in concorso per diverse ipotesi, Nicola Piazza, 38 anni, di Castion di Strada, che ha scelto il rito ordinario. —
 

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