Composizione a due per Maiero e Chiarandini

Nel disco “Anime e lune” il pianista friulano rilegge i classici del cantautore dei cori
Di Nicola Cossar

In quelle note in bianco e nero vive, perenne, il sogno del poeta, con i suoi acquerelli delicati, con il pulsare di nuovi amori tra i muri di “Anime e lune”. Sul pianoforte gentile e appassionato danza la musica, la musica di Marco Maiero, il cantautore friulano dei cori, che trova nuovi colori grazie ad un altro artista tricesimano di talento: Paolo Chiarandini. Paolo, interprete colto e raffinato, ama le sfide e così, dopo essersi cimentato con le somme vette dei Genesis, ha voluto misurarsi con la musica corale sublimandola nel pianoforte. Difficile, pericoloso, quindi da fare assolutamente! Così è nato il disco “Anime e lune”, in cui Chiarandini ci dona una fascinosa parafrasi (usando termini cari ai classicisti) di una bella serie di composizioni che Maiero aveva creato per il suo Vôs de mont.

Come si è arrivati a questa scommessa vinta? «Marco mi aveva sentito suonare diverse volte - racconta il pianista -. Mi disse che apprezzava molto il mio tocco e la mia raffinatezza esecutiva. E così mi sfidò affettuosamente affidandomi i suoi lavori. Dapprima rimasi perplesso, vista la distanza tra la voce e il pianoforte, poi decisi di accettare la sfida che ha portato ad “Anime e lune” perché avvertivo un sentire comune tra me e “il mestri”. Ho scelto e riarrangiato 18 brani, legandoli con il filo dell’amore per il territorio, da Tricesimo alla Carnia, un rispettoso affetto per la natura e le tradizioni, per le leggende, per la fede e per la poesia che abita in ognuno di noi ma che pochi, come Marco, sanno tradurre in musica con questi esiti».

Questo disco è tutta una questione di maiuscole. M come Maiero. M come (buona) musica. M come mosaico, ben composto, colorato, luminoso, piacevole all’ascolto: con l’orecchio e con il cuore. Il suono gliel’ha dato Dario Caroli nella sala Natissa di Aquileia, dove Paolo ha registrato tutto, alla tastiera di un C7 Yamaha, in due giorni.

L’abbiamo ascoltato a lungo questo disco, vuoi per l’affetto e il rispetto verso il compositore e il pianista, vuoi per il grande bisogno di qualcosa di non banale o epidermico, ma pensato, vissuto, sofferto e donato. Non ti stanchi di ascoltare questa suite di brani, ne apprezzi le scelte ritmiche, i colori, gli equilibri armonici, divertendoti con il trittico dei folletti (“Cjalcjut”, “Cascugnit” e “Mazarot”), ti commuovi con “Carezze”, pensi all’amore perfetto con “Daûr San Pieri”, sogni con “Violetta”. E “Violetta” è stata la “colorata” regista della copertina. Racconta Paolo: «Ho portato il disco a un artista che stimo e che ama molto la musica e il pianoforte, Giorgio Celiberti. Ne è rimasto entusiasta. Abbiamo curiosato insieme fra i suoi lavori e il maestro ha tirato fuori un quadro dai toni violetti e intitolato “Cronaca d’anni felici”. L’ha preso e ci ha scritto sopra “Anime e lune”, dai versi di “Violetta” appunto, e mi ha detto: “Eccoti copertina e titolo”. Io mi sono arreso subito con grande entusiasmo».

Crediamo di avervi incuriositi abbastanza. Chi non è riuscito a seguire la presentazione di sabato in castello a Udine può rimediare cercando il disco al Musical Box di Città Fiera. Al di là di gusti ed età,questo disco porta in sé un dono prezioso: la bellezza della melodia, l’amore per la vita e i colori di un poeta come Maiero, che trovano nuova vita nel pianismo sereno di Chiarandini. Un disco che ci accompagnerà a lungo nella nostra ricerca di pace, bellezza e buone vibrazioni nella musica.

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