Commercio e turismo per sfidare la marginalità

di Domenico Pecile
PALMANOVA
Circa 5 mila abitanti. E altrettanti militari che assicuravano un indotto importante, tanto che gli esercizi pubblici erano nettamente sovrastimati rispetto ai residenti. Ed erano pure gli anni del boom economico. Palmanova non se la passava male. Di quel periodo rimangono tre caserme dismesse: la Vinicio Lago, a Jalmicco, tuttora del ministero della Difesa, la Montezemolo, pure del ministero ma con la volontà di cedere l’area al Comune, e l’Ederle, che è già del Comune e sulla quale l’amministrazione uscente nutre ambiziosi progetti.
Il contraccolpo alla partenza dei militari si è sentito, ma è stato attutito dal fatto che il “rompete le righe” è avvenuto nel giro di un decennio. Sì, erano anni dalle uova d’oro. I militari erano una risorsa. C’erano le famiglie dei sottufficiali. Palmanova aveva un ruolo emporiale territoriale. Poi, lentamente quel ruolo è venuto meno, il commercio ha conosciuto l’invasione della grande distribuzione e la crisi economica ha fatto il resto. Così, la cittadina si trova oggi sospesa tra la nostalgia del passato e un futuro tutto da decifrare.
Certo, negli ultimi anni sono stati fatti importanti “acquisti”: la sede regionale dell’Arpa, quella dell’Autorità di bacino e quella della Protezione civile sempre più di riferimento extraregionale. Senza contare che anche Autovie – prossima alla terza corsia - è destinata a espandersi. Presupposti buoni, questi, che fanno il paio con una posizione baricentrica che può allargare il raggio di azione della cittadina. Che dovrà allora giocoforza puntare ancora su commercio, turismo e servizi, vale a dire la scommessa che i due candidati si giocano in queste elezioni amministrative.
Nella città stellata il centro-destra punta alla riconferma di Federico Cressati, dopo il successo del 2006 che lo “incoronò” sindaco con il 53,39 per cento dei consensi («Intendo proseguire il lavoro fin qui svolto sostenendo la comunità e puntando su servizi e qualità della vita»), mentre il centro-sinistra lancia l’ex primo cittadino di Trivignano, Francesco Martines («Palmanova deve puntare a una sua connaturata leadership territoriale; se sarò eletto non abbandonerò, come dicono i miei avversari, la tornata a metà mandato per le regionali»). Entrambi corrono con tre liste. Cressati avrà quella del Pdl, della Lega Nord e la civica “Insieme per migliorare”; lo sfidante si presenta con tre civiche: “Noi con Martines”, “Oltre le mura” e “Ripartiamo insieme”.
Rispetto al 2006 il quadro si è semplificato: due candidati sindaco oggi contro i cinque di allora. Cressati tenta il bis affidandosi al buon governo e alle cose fatte; Martines vuole lo scranno per far uscire la cittadina dall’ immobilismo.
I punti di partenza sono, comunque, gli stessi: sfruttare la logistica, puntare sul commercio, implementare il sociale, ristrutturare la piazza, fare dei bastioni uno dei punti di forza. Ma i progetti sono spesso antitetici. Lo scontro più aspro è in corso sul progetto, caldeggiato dalla maggioranza uscente, della realizzazione di un centro commerciale mirato fuori Porta Aquileia. Cressati assicura che saranno realizzati «un grande albergo da oltre 200 posti letto, un osservatorio panoramico per vedere dall’alto la geometria delle fortificazioni, una grande sala convegni per poter ospitare eventi di attrazione internazionale, un numero limitato di attività commerciali al dettaglio o all’ingrosso di grande superficie e attività terziarie, quali ad esempio uffici direzionali o professionali, attività sanitario-assistenziali e poliambulatori, scuole private e impianti sportivi».
Secca la replica di Martines: «No a tutte le ipotesi di centri commerciali fuori le mura o nei comuni limitrofi che distruggono la rete commerciale dei centri storici e delle piccole comunità oltre che allontanare i visitatori dal centro storico». Ma il centro-sinistra dice “no” anche allo spostamento del mercato del lunedì dalla piazza ai borghi, «una soluzione annunciata dall’attuale sindaco senza condivisione con le categorie economiche interessate. Lo spostamento provoca dispersione dell’utenza, oscuramento delle vetrine dei negozi dei borghi, eliminazione di spazi preziosi di parcheggio lungo i borghi».
Tornando al centro commerciale mirato, Cressati ricorda che a Visco c’è un progetto per l’insediamento di un maxi-centro commerciale di 150 mila metri quadrati. «Se ci arrivano prima di noi – riflette – per Palmanova sarebbe un colpo durissimo. E, poi, dentro le mura ci sono troppi vincoli». Palmanova deve assolutamente ridiventare attrattiva. Ha molte carte in regola per farlo. Ci sono, ad esempio, i bastioni che racchiudono un milione di metri quadrati, ma appartengono al demanio. «Primo obiettivo – spiega Cressati – è stato di concretizzare la collaborazione con il demanio per avere possibilità di ottenere un utilizzo continuativo dell’area con una convenzione perlomeno ventennale. I bastioni sono una risorsa turistica e quindi dobbiamo riuscire a offrire all’utente la possibilità di passeggiare in sicurezza, di visitare la cinta bastionata. Insomma, i bastioni non possono essere soltanto il luogo della scampagnata fuori porta dei palmarini».
Il centro-sinistra contrattacca, affermando che Palmanova deve entrare con forza nei programmi strategici turistici della regione, per l’unicum che rappresenta. «Va inserita – aggiunge Martines – stabilmente nell’asse Grado-Aquileia- Cividale. Nel primo anno di governo va elaborato un progetto di marketing territoriale che ne metta in evidenza le peculiarità e consenta di promuovere la città nel mondo». Per i finanziamenti Martines ricorda che, oltre a Regione e Stato, c’è anche l’Ue». E c’è la piazza che tra il ’95 e il ’99 ha subito un restyling più che discutibile (quando Cressati era in minoranza ed era contrario a quell’intervento «di desertificazione») e che promette, se sarà rieletto, di metterci mano. «Dobbiamo intervenire – spiega – riqualificando l’interno della piazza con arredi, verde e panchine che garantiscano però lo svolgimento di manifestazioni». Anche il centro-sinistra ritiene necessario un intervento che introduca il verde e l’arredo urbano. Per quanto concerne l’utilizzo, la piazza – argomenta Martines - va inserito nel più complessivo Piano del traffico. L’altra importante battaglia elettorale si consuma sul sociale. Cressati ricorda che nel quinquennio è stato investito 1 milione e mezzo per progetti mirati per il recupero di nuclei familiari e persone in difficoltà, con contributi diretti e con piani di sostegno alle famiglie in crisi. «Abbiamo cercato di seguire la politica del reinserimento piuttosto che del mero assistenzialismo». E rimanendo in tema, il candidato del centro-destra ricorda l’assegnazione di 71 alloggi grazie all’Ater e il recupero del quartiere di Santa Giustina (demolizione di nove palazzine e realizzazione di una cinquantina di alloggi). «La risposta al problema della casa era una delle nostre priorità. Crediamo di avere dato buone risposte», chiosa.
Il Comune – ribatte il centro-sinistra – possiede un grande patrimonio immobiliare che se correttamente valorizzato può offrire opportunità di sviluppo di nuovi servizi. Ad esempio, l’utilizzo dell’ex immobile Liquigas consente di realizzare una residenza sanitaria per anziani in risposta alle difficoltà delle famiglie che devono assistere persone non autosufficienti. «Va ripensato – dicono – il sistema delle strutture scolastiche, creando un polo scolastico unico, moderno e completo di servizi ausiliari (laboratori, palestra...) e preservando il ruolo complementare dell’asilo pubblico di Jalmicco e di quello privato di Palmanova». Cressati, per il polo scolastico e per la nuova casa di riposo pensa, invece, all’ex caserma Ederle.
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