Commercialista: «I postini lavorano pure per Equitalia»

«I portalettere lavorano anche per Equitalia». Forse una frase troppo riduttiva per spiegare cos’è cambiato nel lavoro dei postini, ma la sostanza non cambia. Poste Italiane ha fatto diventare i suoi...

«I portalettere lavorano anche per Equitalia». Forse una frase troppo riduttiva per spiegare cos’è cambiato nel lavoro dei postini, ma la sostanza non cambia.

Poste Italiane ha fatto diventare i suoi portalettere messi notificatori di Equitalia dopo l’11 luglio 2013, con la consegna di un apposito tesserino che certifica la nuova posizione, e li rende, di fatto, pubblici ufficiali. L’allarme è stato lanciato da Carlo Barbiera, commercialista e consulente del lavoro dello studio BT, con sede anche in corso Garibaldi a Pordenone, che ha analizzato la situazione, cercando di vagliare anche la posizione di Poste Italiane.

Barbiera ha contattato l’azienda ma non ha ottenuto risposta, anche perché le Poste erano già a conoscenza di un’azione sindacale volta a tutelare i lavoratori in vista della nuova responsabilità. In particolare, le sigle avevano protestato perché nel 2012 l’azienda aveva chiesto ai portalettere di diventare messi notificatori senza indennità in busta paga. Inoltre l’adesione, da un’iniziale base volontaria, sarebbe stata estesa a tutti, e ritenuta dai sindacati obbligatoria di fatto.

Un altro punto scottante della vicenda è l’abilitazione a messo notificatore. Barbiera ha sottolineato come i sindacati abbiano fatto notare che i postini, siano diventato messi notificatori, quindi pubblici ufficiali, dopo un frettoloso corso online, con l’obiettivo di tranquillizzare i dipendenti su eventuali pericoli connessi con l’incarico, trascurando invece la formazione riguardante responsabilità civili e penali del nuovo ruolo.

Per arrivare a questo punto, ha sottolineato Barbiera, Poste Italiane e Tnt Post, si sono aggiudicate una commessa da Equitalia, del valore di circa 200 milioni di euro. «La giurisprudenza però – ha sottolineato il commercialista – sembra dire che questo non è stato un buon investimento. Non basta mettere la cartella o l’atto da notificare in una busta e spedirla, occorre – ha continuato – che l’ufficiale notificatore scriva la relazione di notificazione sull'originale e sulla copia dell'atto, facendovi menzione dell'ufficio postale per mezzo del quale spedisce la copia al destinatario e adempia a tutto quanto previsto dalla norma in materia di notifica».

Infine, Barbiera ha citato la legge 890 del 1982, che regola come un ufficiale giudiziario può utilizzare il servizio postale. «Questa legge – ha concluso il commercialista – non fa riferimento a messi comunali, polizia municipale e messi notificatori».

Daniele Boltin

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