Come si recupera l'acqua piovana? Il progetto di Irtef e Cafc per evitare spreco di milioni di metri cubi
L’acqua non si può più sprecare, ce lo hanno ricordato soprattutto questi ultimi mesi di siccità. C’è però chi si è mosso in anticipo e sta cercando soluzioni per ridurre il consumo dell’“oro blu”: in Friuli è stato così messo a punto un progetto che sta per decollare e che prevede di utilizzare un bene che solitamente viene disperso pur essendo a disposizione di tutti: l’acqua piovana. A scendere in campo con questa iniziativa è stato l’Irtef (Istituto per la ricerca sulle tecniche educative e formative) che assieme ad altri partner (in primis il Cafc) ha preso come riferimento le circa 220 mila famiglie del Fruli Venezia Giulia che hanno un giardino o un orto: si tratta di soggetti non professionali che se adottassero il sistema di recupero delle acque piovane messo a punto dall’Irtef potrebbero evitare il consumo di milioni di metri cubi di acqua potabile. I dettagli di questo progetto sono stati illustrati ieri in conferenza stampa a Udine
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