Colussi riapre al rock in villa: sí ai concerti ma nella sicurezza

«Valuteremo le proposte e il loro impatto. Ok ai live stile Springsteen e Rem no ai raduni come per i Rammstein

Il motto è «valorizzazione del compendio», in un’ottica «pop»: qualità (alta) delle proposte e ammiccamenti al popolare, appunto, sono fattori da conciliare, binari da percorrere puntando, in qualche modo, alla convergenza.

La filosofia operativa del nuovo sovrintendente dell’Azienda speciale villa Manin, Piero Colussi, è improntata alla concretezza e all’ambizione al tempo stesso: occhio ai fondi disponibili («Tanto per dare l’idea: un milione e mezzo di euro per il 2014, contro i 2 e mezzo del 2009... cui si aggiungevano circa 800 mila euro di sponsorizzazioni») e alle spese correnti («un milione 300 mila, ahimè») e consapevolezza della necessità di «allargare gli orizzonti della programmazione», per conquistare l’attenzione di un pubblico internazionale e per regalare alla villa un posticino al sole fra i “colossi” rivali, le «irraggiungibili Venezia, Ferrara, Verona,Vicenza».

Il che significa osare: «Tre grandi mostre l’anno, anziché due, con attenzione estesa a varie forme dell’espressione artistica. Non piú solo pittura, dunque. Il futuro dovrà essere eclettico: la felicissima esperienza dell’allestimento dedicato a Robert Capa insegna».

Fotografia, quindi, cinema (si debutterà, in marzo, con la sfavillante rassegna di costumi di scena firmati dal doppio premio Oscar Danilo Donati: «Un evento - promette Colussi - che non sfigurerebbe al Metropolitan di New York... e che già contiamo di esportare in Russia, a Mosca»), arte contemporanea («ma nei limiti»).

«E continueranno a esserci, beninteso, i maestri del pennello: porteremo a Passariano alcuni dei principali talenti del Novecento europeo». Nessun nome, per il momento, ma di progetti al vaglio - assicura il sovrintendente - «ce ne sono già diversi».

Avvenire da contenitore multiforme, insomma, quello della villa, il cui domani non dovrà tuttavia, o meglio «non potrà», limitarsi alla sfera delle esposizioni d’eccellenza. Bisognerà lavorare molto pure sul fronte della promozione del sito, in toto: dagli interni agli esterni, perché, motiva Piero Colussi, «aveva ragione Domenico Luciani, cui nel ’95 venne commissionato un piano di rilancio della residenza napoleonica: è necessario “abitare” l’edificio e rivitalizzare il suo contorno, il suo “paesaggio culturale”».

Processo, questo, che non escluderà la musica: nessuna preclusione, dal sovrintendente, ai concerti rock, pur con alcuni distinguo. «Non sono affatto contrario... ci mancherebbe, sarebbe come rinnegare la colonna sonora della mia giovinezza. Ritengo comunque opportuna una riflessione sulla compatibilità di una manifestazione con lo scenario che la ospita. I Rem, per esempio, o Bruce Springsteen a villa Manin ci stavano benissimo, a mio avviso; i Rammstein decisamente meno. Ciò premesso, va precisato che al momento non vi è alcuna richiesta per spettacoli in loco: ne arrivassero di domande, saranno valutate congiuntamente da Regione, Comune, Azienda speciale e imprenditori».

Nel piano di rilancio del “sistema” villa figurano, poi, «irrinunciabili opere di ristrutturazione»: «L’esedra di levante è indecorosa: ho presentato alla giunta regionale un progetto di recupero; onere stimato, un milione e mezzo. Improrogabile anche la sistemazione, già finanziata, dalle piazze tonda e quadra».

«A breve, intanto - annuncia Colussi –, riposizioneremo sulla balaustra della facciata le dodici statue che originariamente la ornavano».

E c’è, ovviamente, il capitolo parco. Addio all’euro d’ingresso: «Lo apriremo ai visitatori dal mattino al tramonto, e predisporremo materiale didattico per illustrarne l’evoluzione nei secoli. La domenica delle Palme, inoltre, lanceremo la “Festa dei narcisi”, che fioriscono proprio in quel periodo: una sorta di sagra campestre, che si concluderà con una lectio magistralis del professor Angelo Vianello, prorettore e già preside della facoltà di Agraria dell’Università di Udine».

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