Coltivava cannabis nel giardino Arrestato ex promoter di eventi
Caneva, 57enne in carcere. La Guardia di finanza sequestra più di 57 chilogrammi fra piante e droga Al giudice ha spiegato di essere appassionato di botanica e di utilizzare la sostanza per curarsi

CANEVA. Coltivava una piantagione di cannabis nel giardino di casa sua, a Caneva. In tutto, 150 piante in bella vista, con foglie e germogli allo stadio finale, la cosiddetta mielatura, pronti dunque per il raccolto. Albano Trevisan, 57 anni, una laurea al Dams alle spalle e la passione per la botanica, ex organizzatore di eventi, è stato arrestato per produzione e detenzione di droga ai fini di spaccio dalla guardia di finanza di Pordenone, ai comandi del colonnello Stefano Commentucci.
In un vano dell’abitazione erano custoditi 7,535 chilogrammi di marijuana già raccolta, 90 semi di cannabis, 60 grammi di semi grezzi e un foglio in cui erano stati indicati i prezzi di vendita della sostanza, ricavati da una ricerca su internet: 8 euro per la marijuana “fresca” e 10 euro al grammo per la sostanza “vecchia”. Le piante sono state sradicate una per una dalle fiamme gialle e dalla guardia forestale, che ha scoperto il campo: pesavano più di 50 chilogrammi.
Ieri mattina in carcere il giudice per le indagini preliminari Rodolfo Piccin ha interrogato Trevisan, difeso di fiducia dagli avvocati Alessandro Magaraci e Christian Toffoli. L’uomo non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha spiegato di aver intrapreso la coltivazione della marijuana per sostituire integralmente la terapia farmacologica per la cura di un disturbo di cui attualmente soffre. Al giudice ha risposto di essere a conoscenza che la coltivazione di marijuana è illegale, ma ha anche asserito di non aver mai avuto alcun contatto con spacciatori o la malavita. Conduceva vita ritirata, il suo unico interesse era il campo. Anzi, negli anni Novanta ha militato in un’associazione di volontariato che si dedicava proprio alla prevenzione del consumo di droghe fra i giovani. Trevisan ha spiegato al giudice di essere interessato alla produzione dei derivati della cannabis: caramelle, olii, miele. Per questa ragione essiccava il raccolto. Quanto al foglio con i prezzi, ha replicato di essersi annotato il potenziale prezzo di mercato, ma senza finalità di vendita.
Il giudice Piccin non gli ha creduto e ha confermato la custodia cautelare in carcere (richiesta anche dal pm Monica Carraturo). Nella sua ordinanza il gip ha sottolineato che la vastità della piantagione – la coltivazione assume proporzioni quasi industriali visto il numero di piante sequestrate – confuta la tesi del mero consumo personale proposta da Trevisan nell’interrogatorio di garanzia e che pertanto l’indagato possa aver ceduto la droga a terzi. La difesa confida che dal cellulare del 57enne, posto sotto sequestro, possano emergere invece prove a discarico, come l’assenza di contatti con un eventuale rete di spaccio.
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