Cividale, rischio chiusura per lo sportello dell’Inps

CIVIDALE
Nuovo campanello d’allarme, a Cividale, sul fronte servizi: sotto i riflettori, questa volta, è la sede cittadina dell’Inps, che rischierebbe la chiusura o, nella migliore delle ipotesi, un drastico ridimensionamento. A sollevare il caso, tramite un’interpellanza redatta in vista della prossima seduta di Consiglio comunale, è Maria Cristina Novelli, esponente del Pd; il documento, peraltro, è stato sottoscritto anche dal gruppo Idv-Valori in Comune e da Domenico Pinto, della lista Rinascita. «Il pericolo – rileva la Novelli – è concreto, e la preoccupazione è dunque forte: ad essere in ansia non sono solo i dipendenti della struttura, ubicata a Carraria, ma anche, anzi soprattutto, l’utenza. Le ricadute del provvedimento sarebbero pesanti: il presidio cividalese dell’Istituto ha competenza territoriale, infatti, su ben 19 Comuni (per un bacino complessivo di oltre 53 mila abitanti) e assolve numerosi adempimenti, garantendo, fra l’altro, un’ampia assistenza informativa sulle normative Inps. La qualità del servizio è notevole e l’affluenza giornaliera è molto elevata: lo sportello rappresenta, insomma, una risorsa importante, a maggior ragione per le persone anziane e straniere. Il dimensionamento o, peggio, la chiusura dell’ufficio imporrebbero ai cittadini di recarsi a Udine per il disbrigo delle pratiche. Credo sia un problema da non sottovalutare: la lenta ma progressiva erosione dei servizi operativi a Cividale e il crescente impoverimento delle sue infrastrutture sociali, sanitarie ed economiche non sono certo segnali incoraggianti. È urgente una forte presa di posizione e serve un progetto nuovo, per questa città. Un disegno serio e di prospettiva, di cui l’attuale amministrazione è priva». Il piano relativo all’istituto di previdenza, stigmatizzano i firmatari dell’interpellanza, è stato messo in atto nel più assoluto silenzio. Alla giunta, dunque, l’opposizione chiede anzitutto se lo sportello sia destinato – in caso di declassamento – a divenire un punto servizi o un punto cliente, con conseguente apertura solo alcuni giorni alla settimana. Domanda, inoltre, se corrisponda al vero la voce che prospetta un trasferimento dell’ufficio in locali di proprietà dell’amministrazione civica e – punto saliente – se l’esecutivo si sia attivato con la direzione regionale dell’Inps per scongiurare il programma di dimensionamento. Qualora, poi, la sede venisse convertita in punto servizi – evidenziano le forze di minoranza –, sarebbe fondamentale garantire una fascia di apertura tale da permettere un quotidiano rapporto con il pubblico, esattamente come avviene oggi: «Non ci si dovrà uniformare, in altre parole – chiosano i consiglieri –, agli orari degli uffici comunali».
Lucia Aviani
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