Cividale, antenna “truccata” da camino in centro storico

CIVIDALE. Per un elemento di disturbo dello skyline del centro cittadino che se ne va (il traliccio della Telecom che svettava sul tetto del cinema Impero, in corso Mazzini: a giorni lo smantellamento sarà ultimato), uno che resta ostinatamente al suo posto e un terzo, misterioso, comparso da poco.
La notizia che il contestatissimo pilone telefonico dell’Impero, appunto, ha le ore contate dopo oltre 15 anni di presenza ha indotto i cividalesi a rispolverare una questione già affiorata mesi fa e a sollevarne una inedita.
Partendo, allora, da quest’ultima: sulla copertura del condominio contiguo al palazzo di Vidussi, in area ex Ricreatorio, si nota da qualche tempo uno strano mega-comignolo, che ha catturato l’attenzione di molti.
«Cosa sarà mai quell’insolito camino?», si sono chiesti i cividalesi, alcuni dei quali, insospettiti, hanno cercato le informazioni del caso rivolgendosi anche al Comune.
Ne è emerso che l’apparente fumaiolo altro non è, in realtà, che un’antenna per la telefonia mobile, posizionata accanto a un ulteriore, inequivocabile traliccio (lasciato in piena evidenza) e mascherata ad arte.
Le congetture, così, sono fiorite: operazione irregolare? Camuffamento strategico? O, al contrario, procedura lecita ancorchè non proprio trasparente? «Tutto a norma»,, assicura l’assessore all’ambiente, Elia Miani, lasciando peraltro trapelare qualche perplessità sul risultato dell’intervento. Come dire: forse un’antenna a vista sarebbe stata, alla fine, meno fastidiosa. Ma tant’è.
«Sulla base del piano di settore – ricorda l’esponente della giunta Balloch –, i ripetitori vanno posizionati sugli edifici più alti della città, sia per non creare elementi di stridore con l’architettura del centro storico, sia per allontanare da terra le onde elettromagnetiche. A breve, fra l’altro, il consiglio comunale varerà la trasformazione del piano della telefonia mobile (adottato proprio in conseguenza del caso Impero per porre fine all’anarchia che regnava nel campo ed evitare altre installazioni inopportune) in regolamento: un significativo passo avanti della disciplina del comparto».
La storia della super-gru, invece, è ben più datata. Dura da undici anni, per la precisione: impiantata in corte Romana nel 2004, la struttura è tuttora lì. A inizio 2015 la faccenda era stata oggetto di dibattito sulla pagina Facebook “Sei di Cividale se” e il competente assessorato aveva prospettato provvedimenti a livello di autorizzazioni allo stazionamento.
«In ragione dei tanti intoppi subiti dal cantiere - spiega ancora Miani –, il Comune ha concesso una proroga, che porta alla metà del 2016. A quel punto la gru dovrà essere assolutamente rimossa».
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