Cinque anni senza Luca, ma il ricordo è vivo

TARVISIO. La sua fama non s’è spenta e a testimoniarlo non è soltanto il gruppo facebook “Ciao Luca” che ha raggiunto gli oltre 1.500 iscritti. Sono trascorsi già cinque anni dall’incidente in montagna accaduto in Slovenia il 22 gennaio 2010, nel quale ha trovato prematuramente la morte, a soli 35 anni, il valente alpinista tarvisiano Luca Vuerich. A soli 17 anni Luca aveva già salito tutte le vie Comici, Cozzolino, Piussi del Piccolo Mangart di Coritenza e le vie più difficili delle Giulie.
E da lì ha voluto vivere la montagna in tutti i suoi aspetti e le sue stagioni: discese estreme con gli sci, come quella dalla parete sud del Jof di Montasio, prime salite invernali come quella sulla difficile fessura Lomasti alla cima del Vallone o la prima invernale in giornata dell'immensa Sanjski Ozebnik sul Tricorno. A cui si aggiungono una sessantina di salite su cascate di ghiaccio, alcune fino al grado 7-. Senza contare le ripetizioni di molte vie classiche sulle Alpi, in particolare sulle Dolomiti, ma anche la prima invernale sui 7 chilometri della “Cengia degli Dei”.
Aveva 22 anni Luca quando fece il suo primo viaggio in Himalaya, sul Nanga Parbat per poi, insieme ai suoi compagni di cordata Nives Meroi e Romano Benet, raggiungere la cima di ben cinque Ottomila. Nel 2003 nel tempo straordinario di 20 giorni insieme riuscirono a salire ben tre ottomila, Gasherbrum I (8.035, Gasherbrum II (8.068) e Broad Peak (8.046). Poi, nel 2004 è stata la volta del Lhotse (8.516), quindi, nel 2008 del Manaslu (8.163). Il tutto sempre nel loro stile leggero, senza ossigeno e senza portatori d’alta quota.
Poi decise di diventare guida alpina perché aveva scelto di vivere in montagna e di far diventare la sua passione un lavoro. Negli ultimi anni il desiderio del padre di Luca, Luciano, di realizzare un bivacco in onore del figlio ha incontrato la disponibilità e l’impegno dei volontari del Corpo nazionale alpino e speleologico di Cave del Predil e del Collegio delle Guide alpine del Friuli Venezia Giulia che si sono adoperarti per la sua realizzazione. La struttura, ricordiamo, è collocata a metri 2.531 sul Foronon del Buinz (Gruppo del Montasio in comune di Chiusaforte) ed è il primo bivacco a livello regionale realizzato da una stazione del Soccorso alpino e speleologico.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto