«Ci disse che lui era gelosissimo»

I titolari del locale sacilese dove lavorò la trentenne uccisa: «Lo rivelò soltanto per farci capire quanto erano uniti»
Di Enri Lisetto

«In una occasione, ma solo in una, per dare l’idea del forte legame di coppia, Teresa, quasi schermendosi, ci disse che il suo fidanzato era gelosissimo». Valentina Piccin, di Prata, e Simone Pagnossin, di Prata, dallo scorso novembre gestiscono l’Aroma, kitchen e wine bar di via Garibaldi, a Sacile. «Pochi giorni dopo l’apertura, su segnalazione di una nostra amica, si propose come banconiera Teresa».

La segnalatrice era Kasia Raffin, pordenonese, promoter e organizzatrice di eventi, una delle migliori amiche della subassicuratrice, nella Destra Tagliamento. Si incontrarono decine di serate, e non solo a Sacile, ma secondo gli inquirenti, dal suo racconto emerge una vita “a compartimenti stagni”. «Mai incontrato il suo fidanzato», dice, sentita dai carabinieri a sommarie informazioni. Ma non erano così uniti? «Sì, ma tra ragazze si esce sempre da sole».

La prima esperienza di Teresa all’Aroma fu come banconiera alle casette di Natale, all’esterno al locale. «Avevamo appena aperto. Siccome era brava, le avevamo proposto, chiuse le feste natalizie, di lavorare all’interno. E così è stato sino a un mese fa». A febbraio, infatti, arrivarono al bar due stagisti. «Non ci eravamo salutati per sempre. Rimanemmo in contatto, tanto che, quando trovò lavoro nel settore assicurativo, ci chiamò per dirci di non tenerle il posto».

Teresa Costanza lavorava al bar nei weekend, dalle 18 alle 24 (all’insaputa dei genitori) e, spesso, la veniva a prendere il fidanzato, Trifone Ragone. «E’ venuto diverse volte – prosegue il racconto dei gestori – all’orario di chiusura. Se c’erano ancora clienti, aspettava in silenzio. Al massimo sorseggiava un caffè: non aveva mai voluto alcolici». Una coppia «affiatata», insomma, tanto che «l’unico al quale telefonava, nelle pause, fumando una sigaretta, era proprio lui». I gestori non credono a un delitto passionale: «Era una ragazza superseria, sorridente, felice. Scherzando ci disse, una volta, che suo moroso era gelosissimo». Per gli inquirenti, invece, si tratterebbe di «sfumature di una vita normale».

Geloso, «un po’ orso», come si dice a Sacile, sino al punto di intimare a uno di due potenziali pretendenti della fidanzata di stare in guardia. Avrebbe confidato a un amico, in balia di un attacco di gelosia, che avrebbe voluto dare una lezione a uno dei due pretententi. Fidanzata intoccabile, ma, secondo quanto emerso dalle prime testimonianzie, il sottufficiale avrebbe frequentato altre ragazze e avrebbe fatto da accompagnatore a donne anche più mature di lui. Informazioni sulle quali gli inquirenti cercano riscontri in tabulati telefonici, agende, sim di cellulari, chat, social network e computer. Gli inquirenti, invece, tenderebbero ad escludere «gelosie professionali o maltrattamenti subiti in caserma, a Cordenons».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto