Christian sfida la paralisi e “vola” con la moto. E sprona Manuel Bortuzzo: «Coraggio non mollare»

La nuova vita del 23enne gemonese che nel 2010 ha perso l’uso delle gambe a causa di un incidente su una pista da cross 

GEMONA. A ridisegnare il destino di Christian è stata una sigla: T5. Si chiama così la vertebra che gli è letteralmente esplosa durante una caduta dalla sua moto da cross. Aveva 15 anni quando ha capito che le sue gambe non lo avrebbero più sorretto.

I suoi sogni sembravano finiti nel bosco, accanto alla carcassa della Kawasaki 250, e con loro la passione per le acrobazie su due ruote. Oggi fa freestyle, saltando da una rampa in sella a una moto adattata e si rivolge a chi, come Manuel Bortuzzo, ha subìto una lesione come la sua: «Non mollare – lo incalza – non dobbiamo porci limiti».

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Nella sua breve vita il gemonese Christian Savonitti ha già affrontato tante salite. «Avevo sette anni quando montai per la prima volta su una moto da cross. E fu subito amore» ricorda. Per lui scorrazzare fra i boschi era come respirare. Fino a quel pomeriggio del 22 giugno 2010. «La scuola era finita, decisi di fare un giro in moto su una pista lungo il torrente Orvenco – è il suo racconto – di quegli istanti ricordo poco, so solo che mi sono ritrovato a terra. Non riuscivo a muovermi e ho telefonato a mia madre per chiederle aiuto».

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L’équipe dell’elisoccorso ci ha messo un’ora e mezza a trovarlo nel bosco: aveva una vertebra polverizzata, sei costole rotte, un polmone perforato e la vita appesa a un filo. Ma lui a quell’epoca non poteva saperlo, perchè per cinque giorni rimase in coma.

La verità arrivò più tardi come un pugno in faccia. «Non sentivo più le gambe, capivo che quella lesione non mi avrebbe più permesso di camminare, ma nessuno aveva il coraggio di dirmelo – rivela –, i medici erano evasivi».

Cominciava così la nuova vita di Christian, piena di salite e di nuove sfide. La prima arrivò nei mesi successivi, al Gervasutta «dove mi hanno insegnato a rendermi autonomo» chiarisce. «Imparare a vestirsi, a muoversi, a lavarsi a 15 anni non è facile, ma questo lo capii a novembre, dopo il mio ritorno a casa».

A febbraio riapparve accanto ai compagni di classe all’Isis D’Aronco per rimettersi in pari con gli studi. «Fare 6 ore sulla carrozzina, chino sui banchi era difficile e doloroso, ma non volevo perdere l’anno» ammette. Altra salita, altro traguardo, perchè a giugno se ne uscì con un solo “buco”: quello in matematica. «Ma non fu una novità, ci ero abbonato» scherza Christian. L’altra salita l’ha imboccata quando riprese a inseguire i propri sogni.

«Decisi di cominciare gli allenamenti in palestra e quando i miei genitori mi regalarono un quad, lo feci adattare e iniziai ad allenarmi nelle piste di Precenicco e Clenia» prosegue. La forza aumentava e i tempi diminuivano. Ce n’era abbastanza per mettersi a gareggiare. È così che è cominciata, con Christian che sfidava i normodotati e guadagnava terreno, prima in regione, poi, sconfinando, in Austria e in Slovenia con il Team 33.

Ma era solo l’inizio. «A settembre 2017 la mia ragazza comprò i biglietti per la MotoGP di Misano – rammenta Christian – all’Arena 58 c’erano gli spettacoli di cross e di freestyle, una ragazza del team mi avvicinò e mi chiese se volevo andare allo stand Daboot (un gruppo di piloti professionisti che praticano motocross, quad e motoslitta freestyle ndr). Fu lì che incontrai Alvaro Dal Farra e gli raccontai la mia storia». Poco dopo, legato e protetto, Christian era sulla moto assieme al freestyler Davide Rossi.

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«È stata un’emozione fortissima, da quel momento ho deciso di riprovarci» il suo flash. E Alvaro gli tese la mano: «Se vuoi saltare ti aiuto io».

La concessionaria Ktm gli ha fatto avere una moto di Dovizioso, da lì è cominciato un lavoro di adattamento con la creazione di un rollbar a protezione delle gambe, una seduta in carbonio simile a quella della carrozzina con schienale ammortizzato e attuatore elettrico.

«Ho capito subito che governare la moto solo con le braccia è difficile, che mantenere l’equilibrio e il controllo del busto è arduo – ammette Christian – e che da solo non ce la potevo fare».

Aveva bisogno di amici, ma quelli non gli sono mancati: il 26 maggio in occasione del suo compleanno era a Belluno con Alvaro Dal Farra. «Perchè non salti dalla rampa?» gli ha chiesto a bruciapelo. Altra salita e altro traguardo per Christian, piroettato in cielo da una lamina di quasi quattro metri fra mille acrobazie.

«Ora mi sto allenando per esibirmi all’Eicma di Milano e poi di fare il backflip (il salto all’indietro ndr)» promette Christian annunciando un’altra salita.

«È una mia sfida personale, ma vorrei anche poter dare una motivazione a quelli che come me stavano per smettere di sperare – confessa –, a quelli che si sono sentiti dire “è impossibile”. Ora ho tante persone da ringraziare, gli amici del Motoclub Gemona, la Daboot, Orioli Suspension, la Factory racing, l’ortopedia Tirelli, la mia fidanzata, la mia famiglia, chi mi aiuta a partire e a fermarmi» elenca grato.

Christian oggi ha 23 anni, si è diplomato, ha trovato un lavoro e ha ripreso a sognare.

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