Chiodi lungo l’ippovia: forse l’obiettivo sono le moto

POZZUOLO. Fanno discutere le trappole posizionate sui sentieri del Cormôr, attigui all’ippovia che si snoda lungo il torrente, e la conseguente strage di gomme di biciclette. Come riferito, un...
Di Paola Beltrame

POZZUOLO. Fanno discutere le trappole posizionate sui sentieri del Cormôr, attigui all’ippovia che si snoda lungo il torrente, e la conseguente strage di gomme di biciclette. Come riferito, un podista si è pure punto. Visto che i chiodi sembrano stati fatti a mano allo scopo di offendere, ci si chiede chi può avercela così a male con quanti passano, sia pure su strade vicinali private, a piedi o in bici. Da una ricerca presso le forze dell’ordine e gli amministratori di diversi Comuni del Medio Friuli non risultano altri casi di tale gravità. L’episodio pare quindi circoscritto e incomprensibile nelle motivazioni.

Abbiamo chiesto un parere agli Amici del pedale di Codroipo. «Un atto grave di inciviltà – per il referente dell’associazione, Renato Chiarotto –, forse è gente malata di testa. Nella nostra lunga esperienza, mai avuto problemi. Certo, se qualcuno si comporta male, è giusto che i proprietari si ribellino, anche se il modo non è questo. Non ci sogniamo di non rispettare le proprietà, è un cardine della nostra deontologia».

Pare serena la convivenza dunque tra utilizzatori e padroni, da Mortegliano («Nessuna segnalazione» per il sindaco Alberto Comand e il comandante dei vigili Piergiuseppe Gallo) a Pozzuolo (idem dal capo della polizia locale Gabriele Zanin). Fino a Campoformido, dove la zona del Cormôr è tra quelle pattugliate, come riferiscono i vigili. Ma casi di intolleranza spesso non vengono denunciati. Per i famigerati chiodi sul sentiero di Felettano non c’è segnalazione, riferisce il sindaco di Tricesimo, Andrea Mansutti. «Impossibile vigilare una zona così vasta, contiamo sulla collaborazione dei cittadini: chi osserva situazioni anomale ce le comunichi», invita il primo cittadino.

C’è chi ipotizza che tronchi, fili e chiodi vogliano essere piuttosto deterrenti per le moto che, in mancanza di spazi dedicati, dilagano dove non si può e rovinano pure i sentieri provocando dei solchi. Neanche l’agente di Federcaccia Salvatore Salerno, che di sentieri di campagna e boschi ne “macina” ogni domenica in tutta la provincia, ha notato con frequenza ostacoli per impedire il passaggio. Mentre si diffondono sempre più l’abitudine e il desiderio di vivere nel verde le ore dedicate alle ferie e al tempo libero, campagna e boschi sono contesi, dunque, da varie categorie di persone. «Gli stessi cacciatori sono disturbati dagli sportivi dello jogging e dei pedali, da chi va a cavallo o peggio ancora dalle moto, passaggi che potrebbero muovere la selvaggina o sviare i cani», riferisce Salerno. Ma a parte qualche battibecco, tra seguaci di Diana e ciclisti o marciatori, nulla di grave.

Resta comunque il fastidio, da parte di certi proprietari, per tutti questi generi di utilizzo sportivo dei passaggi privati.

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