Cavarzerani sempre più sicura, in caserma anche la Questura

UDINE. Trasformare l’ex caserma Cavarzerani in una vera e propria cittadella della sicurezza, sede unica della Questura (che lascerebbe così viale Venezia), della polizia stradale e di frontiera, del nucleo operativo di protezione e dell’archivio.
Ecco il progetto al quale sta lavorando il Comune di concerto con la Prefettura, la Regione e il Demanio. Palazzo D’Aronco ha già inviato a Roma il progetto per il quale spera di ottenere un finanziamento da 18 milioni di euro nell’ambito del programma nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie per il quale il Governo Renzi ha pronti 500 milioni di euro.
Al contributo pubblico andrebbero poi sommati poco meno di 12 milioni dei privati (tra i quali Finint, Università, Ater, Fuc Ferrovie Udine Cividale e AcegasApsAmga) che il Comune è riuscito a coinvolgere nell’iniziativa.
L’obiettivo è quello di dare un volto nuovo a tutto il Peep Est restituendo agli udinesi le caserme Cavarzerani e Osoppo e riqualificando anche via Cividale (con 5 rotonde, una pista ciclabile da 3,2 chilometri e una nuova fermata della ferrovia con parcheggio scambiatore e stazione per il bike sharing) e anche il quartiere di via Riccardo. Da zona militare e popolare ad area residenziale con ampio spazio riservato al verde, ai campi sportivi e alla sicurezza.
Oltre all’installazione di telecamere intelligenti in grado di leggere le targhe, il progetto, redatto a tempo di record dagli uffici del Comune coordinati dall’architetto Raffaele Shaurli, prevede infatti di recuperare tutta l’ex Cavarzerani. La risposta del Ministero è attesa entro la fine dell’anno. E se il Comune di Udine sarà tra i vincitori «entro il 2018 - assicura il vicesindaco Carlo Giacomello - l’intero Peep est sarà rinnovato dicendo addio al passato legato alla presenza dei militari».
Indipendentemente dal progetto del Comune, la Prefettura ha ottenuto 1 milione e mezzo di euro per la Cavarzerani. «La Protezione civile è al lavoro per mettere a punto il progetto di riqualificazione della palazzina E - spiega il prefetto, Vittorio Zappalorto - che contiamo di completare entro il mese di aprile del prossimo anno». E non è finita qui. Il prefetto punta anche a eliminare la tendopoli. «Spero di ottenere la disponibilità di alcuni imprenditori a effettuare degli interventi gratuitamente in modo tale da ridurre i tempi per la costruzione di un piccolo villaggio con dei moduli abitativi prefabbricati - continua Zappalorto - anche perché tra qualche mese farà freddo. L’obiettivo è quello di trasformare la Cavarzerani in un centro di prima accoglienza per richiedenti asilo a numero chiuso».
Sulla capienza il prefetto non si sbilancia anche se l’ipotesi iniziale è quella di garantire 600 posti. «Si tratta di capire qual è il numero massimo di profughi che la città può ospitare senza subire disagi tenendo anche in considerazione le quote stabilite dal ministero per ciascun territorio», aggiunge.
Il fatto di dare disponibilità a risolvere un problema che ha una valenza di carattere nazionale non deve insomma finire col penalizzare chi ha cercato di trovare una soluzione, come hanno fatto la Regione e il Comune di Udine (insieme a molti altri municipi) rispetto a chi invece ha chiuso le porte dell’accoglienza.
Non a caso Zappalorto ha chiesto il trasferimento di altri 200 richiedenti asilo. Nonostante il recente spostamento di 300 persone dal Fvg ad altre regioni infatti, tra Cavarzerani e Friuli, le presenze hanno di nuovo superato quota 800. «Ne arrivano quasi ogni giorno - ripete Zappalorto -, l’unica soluzione sarebbe quella di organizzare dei trasferimenti periodici». Ma gli appelli di Prefettura e Regione al momento sono caduti nel vuoto.
Un altro problema denunciato a più riprese è quello relativo ai mancati pagamenti dei soggetti che si sono fatti carico dell’accoglienza. «Di recente è arrivato un altro milione - conclude Zappalorto - ma restano scoperti i mesi da aprile ad agosto per una cifra complessiva che si avvicina ai 7 milioni di euro». Un problema non indifferente per chi deve anticipare il pagamento dei pasti o degli altri servizi garantiti ai richiedenti asilo.
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