Causa sul mobilificio, Consorti nei guai

Denunciò per tentata truffa gli ex amministratori, assolti. La posizione dell’assessore provinciale è al vaglio della procura
Di Enri Lisetto
FOTO MISSINATO - ALDO MORO PDL
FOTO MISSINATO - ALDO MORO PDL

BRUGNERA. Denuncia gli ex amministratori dell’allora mobilificio San Tiziano srl di Brugnera, che vengono processati per concorso in tentata truffa e falsità in scrittura privata. Gli stessi ieri sono stati assolti «perché il fatto non sussiste» e lui, prima parte offesa, viene condannato al pagamento delle spese processuali, 2 mila 350 euro per ciascuno, mentre la sua querela viene trasmessa alla Procura affinché valuti eventuali ipotesi di reato a suo carico. Da accusatore ad “accusato” è l’assessore provinciale alla Viabilità nonché ex segretario provinciale del Pdl Antonio Consorti, nel suo ruolo professionale.

Assolti, come detto, gli ex amministratori del mobilificio: Massimo Franco, 40 anni, di Sacile, difeso dall’avvocato Enrico Bevilacqua, e Alessio Degli Atti, 76 anni, di Roma, assistito dall’avvocato Alessia Fugaro. Consorti si era costituito parte civile con l’avvocato Manuela Zanussi.

La vicenda aveva preso le mosse nel 2008. All’epoca il querelante, Antonio Consorti, e il fratello, lavoravano per la San Tiziano srl. Avrebbero fatto uscire dall’azienda alcuni mobili. Per l’accusa, formando scritture private false, Consorti sarebbe stato indotto in errore dagli amministratori, facendo emergere a suo carico un debito pari al credito vantato nei confronti del mobilificio per il tfr. Al termine del dibattimento il pubblico ministero Beatrice Toffolon ha però chiesto l’assoluzione di Degli Atti e Franco.

«Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Fugaro – entra in scena a dicembre 2008, quando i giochi sono fatti. Non può avere tratto in inganno nessuno».

Quanto a Massimo Franco, sia chi ha spedito la merce sia il magazziniere hanno testimoniato che il materiale, tra cui un soggiorno rosa, era stato prelevato e consegnato a conoscenti su ordine dei fratelli Consorti, i quali erano soci del mobilificio. Per immettere liquidità in azienda, gli imprenditori avevano versato 45 mila euro. Vi era stata, poi, una discussione su come recuperarli, attraverso la vendita di mobili.

Una volta nominato amministratore, Massimo Franco aveva chiesto al commercialista come comportarsi e quindi aveva proceduto a fatturare il materiale al costo dimezzato, come per i dipendenti. Il successivo amministratore aveva invece fatturato, previa emissione di note di accredito per i precedenti importi (documenti che la parte offesa sostiene di non avere mai ricevuto), il valore completo della merce uscita dal magazzino. «Altro che fatture false, Massimo Franco avrebbe rischiato la denuncia, se non avesse proceduto», è stata la tesi del difensore. Consorti aveva però sporto denuncia, ipotizzando la truffa. I due amministratori sono stati assolti ieri e ora la sua posizione è al vaglio della procura della Repubblica.

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